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Emozioni dal Vietnam. Precisamente dall’ aeroporto

aeroporto vietnam

L’aeroporto è il posto giusto per parlare di emozioni.
Il luogo a metà per eccellenza fra ciò che lasci e ciò che trovi, con un piede a terra e uno in aria, un limbo in cui incredibilmente si incontrano milioni di persone che mi piace osservare per capire da dove vengono, dove andranno e anche perché.

Mi siedo in un angolo, incrocio le gambe e osservo la gente passare:
Un coreano pieno di anelli d’oro e l’unghia del mignolo lunga portata con disinvoltura, immagino che stia tornando dalla moglie che lo aspetta a casa cucinando il suo piatto preferito.
Una ragazza che mangia una zuppa fumante da una ciotola bianca consumata, probabilmente lavora qui e si sta concedendo una pausa.
Una signora che conta i suoi soldi nel portafoglio con i piedi scalzi e i sandali a terra, forse una volta sistemati i soldi guarderà sorridendo la foto del nipote e conterà le ore che la separano da lui.

L’aeroporto è l’ambiente in cui maggiormente disperdo i miei pensieri, in cui mi assale la malinconia di ciò che è stato e di ciò che ho vissuto nel viaggio che sta per finire.
Chiamatemi pazza, ma un attimo prima di varcare la soglia delle partenze faccio un lungo respiro e prendo tutto quello che l’aria mi porta. Soprattutto per i viaggi lunghi, quando è probabile che non tornerò più nello stesso paese, voglio immagazzinare tutto per non rischiare di dimenticarlo, cerco di usare tutti i 5 sensi, anche il sesto se possibile.

E le prime emozioni ad uscire, pensando al Vietnam, sono contrastanti ma forti:

Il vapore e l’intenso profumo della cucina di strada fra i vicoli di Hanoi, quel miscuglio agro dolce che solo in Asia puoi percepire.

Le urla squillanti delle venditrici di strada assieme al loro inglese imparato dai passanti: pochi vocaboli per sopravvivere.

Il continuo suono dei clacson e i motorini che sfrecciano, unici veri padroni della strada.

L’immenso skyline di Saigon e il contrasto fra il lusso e la povertà.

Gli sguardi duri delle raccoglitrici di riso, vere e proprie contadine, donne di polso, padrone di casa di un sistema matriarcale alle quali la vita non è stata certo servita su un piatto d’argento

Risaie nel nord del Vietnam

Risaie nel nord del Vietnam

Il rumore costante della pioggia infinita che batte sui tendoni dei mercati locali.

L’odore acre del pesce di ogni tipo e forma che giace a terra, su banconi di legno o in tinozze ricolme d’acqua.

Lo spettacolo delle luci di Hoi An quando scende la sera che accendono sia l’umore che l’intera città.

Hanoi di sera e lo spettacolo delle lanterne

Hanoi di sera e lo spettacolo delle lanterne

La bellezza indiscutibile degli immensi faraglioni della baia di Halong, l’emozione di addormentarsi guardando il mare che riflette la luna e la malinconia bella di un risveglio lento fra la nebbia.

La felicità di riuscire a cucinare con le proprie mani cibo che proviene da una diversa cultura. Giuro che appena posso in occidente lo ripropongo a pochi (s)fortunati, ho acquistato tutto il necessario e fatto tesoro dei consigli forniti!

I sorrisi delle popolazioni del sud, così morbidi e con sguardi totalmente sinceri.

Il caldo estenuante del mercato di Saigon e le contrattazioni con la calcolatrice al banco dei souvenir.

Colori al mercato di Hanoi

Colori al mercato di Hanoi

Il tintinnare delle bacchette e dei cucchiai nelle ciotole di pho che viene servito bollente ad ogni ora del giorno.

L’orrore della guerra, il Museo e i tunnel di Cu chi, turistici, quello si, ma orrendamente veritieri nelle loro ricostruzioni.

Gli occhi grandi dei bambini e le loro manine che sanno di biscotto, ai quali viene insegnato a salutare già fin dai primi mesi di vita.

Lo scricchiolare del letto degli ostelli pagati pochi euro a notte, la puzza di fumo e la schiena a pezzi.

Il gate apre e io mi immergo in un tunnel asettico che non sa di Vietnam ma neanche di casa.
È tempo di riordinare i ricordi per non perderli e anzi, farne tesoro per il prossimo viaggio in Asia, mondo incredibilmente pazzo che io amo sempre di più.

 

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 9 commenti

  • […] aeroporto è un mondo e io dentro questo mondo, ogni volta, mi ci perdo. Ognuno diverso, con strutture, organizzazione e design che spesso ci raccontano qualcosa del paese […]

  • Già non vedevo l’ora di leggere quando vedevo le tue foto su instragram…. leggendo queste righe scritte a poche ore dal rientro ho già voglia di sognare *.*

  • paola scrive:

    bellissimo il tuo post, ogni cosa che scrivi ti trasporta lontano, cosa aspetti a scrivere un libro?
    mamma!

  • Manuela scrive:

    aspettavo questo post, l’avevo detto.
    Mamma mia, mi emozioni da morire!
    Sarà che è un mondo che amo anche io, che è una passione che condivido… non ho parole.
    Solo grazie (mi fai sognare già da ora!)

  • Sei la mia lettura, perché lo sai che ti stavo aspettando vero? :)
    Tutta l’emozione in un viaggio che dà tanto e rimane lì nel cuore, da come leggo.
    Ti abbraccio, buongiorno Stefi!

  • La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!

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