A Istanbul ci siamo stati solo tre giorni e già questa toccata e fuga mi ha permesso di incanalare informazioni di ogni genere.
Se ci fossi stata di più sicuramente avrei raccolto molte curiosità di ogni genere in un mix assolutamente variegato cosi come è l’anima di questa città, talmente affascinante da meritare un ritorno.
Le cose che non sapevo di Istanbul che mi hanno colpito sono per lo più legate agli aspetti culturali e religiosi, valori portanti delle comunità che vivono in questa città.
Non sentirete dire da un cittadino di Istanbul “io vivo ad Istanbul“.
In questa città non ci si identifica come appartenenti ad essa, bensì come abitanti di un determinato quartiere della città.
Istanbul è profondamente consapevole di questo fenomeno, che porta diverse etnie (ma non solo) ad essere circoscritte solo in alcuni quartieri della città: etnie curde, etnie siriane, il quartiere dedicato agli integralisti, ecc ecc.
La cosa interessante è che gironzolando per questi quartieri, oltre a poter ammirare importanti costruzioni che hanno scritto la storia, si può notare come vive la popolazione (molti di questi profughi in condizioni di povertà assoluta), si può passeggiare per i mercati che sono veri e propri mondi che girano intorno a usanze e costumi delle micro-etnie che rappresentano.
Questa è una parte che merita e che ho molto apprezzato della mia toccata e fuga ad Istanbul!
Acquistare prodotti in questi mercati è molto più economico, molto più autentico e anche sensato per far girare l’economia al di fuori della morsa d’oro di Sultanahmet.
Vi parlerò presto nel dettaglio di questi quartieri, vera e propria scoperta di Istanbul.
Entrare in una moschea è un’esperienza unica!
Non parlo delle moschee più gettonate, ma di quelle situate ai confini di Istanbul, meno frequentate dai turisti e veri e propri ritrovi di preghiera per i locali. Da persona per niente praticante e, passatemi il termine, religiosamente titubante, posso dire di essermi sentita bene all’interno di una moschea, quasi come a casa.
Non intendo assolutamente perdermi in discorsi religiosi, sto solo parlando di ambienti.
In moschea mi sono sentita rilassata; a piedi nudi su un tappeto morbido, seduta comodamente a terra, osservando gente che prega, che si appisola e che vi trova rifugio.
Estremamente diversa dalle chiese austere che conosco e che emanano tutto fuorché uguaglianza. Parlo di ambientazione, stop.
Una cosa che non sapevo delle moschee è che le finestre sono state sapientemente posizionate in modo che la luce che entra sia distribuita in modo completamente omogeneo.
Non troverete nelle moschee un angolo più luminoso di un altro, questo perché le costruzioni ottomane sono state pensate seguendo l’ideale del paradiso, dove la luce è la medesima dappertutto.
A Istanbul esiste il Liceo per Imam.
Cos’è l’Imam? Una guida religiosa, il sovrano della monarchia universale musulmana, ossia il califfo dei musulmani ortodossi o sunniti, colui che dirige la preghiera rituale in comune nelle moschee od altrove.
Quello che abbiamo scoperto è che ad Istanbul c’è il liceo per Imam e che al di là dell’importanza di questa figura, il liceo è frequentabile anche da coloro che non per forza hanno intenzione di diventarlo, quindi solo per cultura e formazione.
Per chi non conosce il Ramadan basta sapere che questo prende il nome del nono mese dell’anno nel calendario lunare musulmano. Quello nel quale, secondo la tradizione islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza”.
È il mese sacro del digiuno dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso.
Dal digiuno sono esentati i minorenni, gli anziani, i malati cronici, le donne che allattano o in gravidanza. Le donne durante il ciclo mestruale e chi è in viaggio sono solo temporaneamente esentati.
Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale, l’iftar.
La rottura del digiuno è un evento che ogni persona incuriosita da questa pratica non dovrebbe perdersi almeno una volta nella vita.
In poche parole le persone che praticano Ramadan si trovano la sera, possibilmente in spazi aperti come piazze o giardini, per romperne il rito e mangiare tutti assieme.
Una sera, mentre tornavamo dai nostri giri abbiamo notato una lunghissima fila ai margini del Bosforo e osservando bene abbiamo notato gente che cucinava e distribuiva vassoi con riso, verdure e qualche altra pietanza che non siamo riusciti ad individuare. Lì per lì abbiamo pensato ad una fiera, oppure ad una mensa all’aperto ma poi abbiamo capito che si trattava del rito della rottura del Ramadan.
Dietro di noi un’enorme quantità di persone sedute su di un prato a mangiare e ad osservare le luci della sera che si accendono.
Bello, eh?!
Vivo in un Paese come l’Italia, abbastanza bigotto ma che il più delle volte si sforza di sembrare ideologicamente avanti.
Sembrerò dura e forse voglio esserlo ma quello che so sull’Italia è che il più delle volte le denunce sui crimini non vengono soffocate a favore di un finto perbenismo di facciata. Poi ci si fa fuori nel cortile di casa, ma questo è un altro discorso.
Insomma, quello che voglio dire è che non sono abituata ai lacrimogeni e ai getti d’acqua sparati in faccia a gente che vuole esprimere pacificamente (anche se in modo un po’ creativo) il proprio diritto di espressione.
Ad Istanbul ho assistito alla dispersione del corteo del gay pride e ne ho parlato qui.
Quello che ho imparato in questa occasione, parere assolutamente condivisibile o meno, è che le forze dell’ordine sono l’espressione di una maggioranza e che sembra non ci sia spazio per altri punti di vista al di fuori di quello estremo e non permissivo.
Istanbul ha delle terrazze con vista skyline così belle da non essere paragonabili a quelle di nessun’altra città.
Salire su una terrazza, ordinare un paio di çhai bollenti (ah, non è vero che ti fanno venire molto più caldo) e godersi il tramonto è una cosa che molti visitatori non mancano di provare. In base alla zona che sceglierete, potrete ammirare il panorama da diversi punti di vista.
Avessi avuto più tempo li avrei testati tutti!
Cosa ci fanno le uova di struzzo appese assieme alle luminarie delle moschee?
Sinceramente non mi ero neanche accorta della loro presenza, ci ha pensato la nostra guida a farmelo notare, spiegandoci anche il perché di tale usanza.
A quanto pare l’interno dell’uovo di struzzo, lasciato marcire, produrrebbe un odore (fortunatamente non percepibile dall’uomo) dal quale gli insetti fuggirebbero. La sua funzione sarebbe quindi volta a tenere lontani moscerini, zanzare, mosche ma soprattutto ragni che sono considerati insetti portafortuna e quindi intoccabili!
Allora, cosa sapevate di quello che io non sapevo di Istanbul?
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 2 commenti
Anche la mia è stata una toccata e fuga e ho una voglia pazza di tornare a Istanbul!
Quello che dici sulle forze dell’ordine è estremamente vero. La mia guida, un uomo turco molto aperto mentalmente, mi ha parlato a lungo della religione che prepotentemente penetra nel governo e si insinua tra le leggi. Non per fede, ma soprattutto per controllare la popolazione.
L’attuale governo turco sta creando una spaccatura nel Paese.
Ho avuto i brividi mentre quell’uomo mi parlava della sua famiglia e di sua figlia, che probabilmente sarà costretta a coprirsi il capo in un Paese che nell’87, quando la libertà non era solo una bella parola, era più avanti di oggi. Sono rimasta basita scoprendo che originariamente i turchi erano degli sciamani che credevano negli dei della natura, mentre oggi la Turchia – per tutti musulmana – indossa un vestito che non era stato realizzato per lei.
Questo fa riflettere. Quante cose possono cambiare nel giro di poche decadi.
Scusa per il commento lungo e off topic!
Scusa??? Invece sai benissimo che mi hai fatto venire voglia di saperne di più sui racconti della tua guida! Ne scriverai sul blog, vero? A questo serve viaggiare (e anche avere un blog).
Un bacione
Stefy
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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