#EppureMilano
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ATM. A volte ritornano

Il “chiacchieratissimo” campanile della Basilica di S.Eustorgio

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Nel 1306, sul campanile della Basilica di S.Eustorgio, fu impiantanto il primo orologio pubblico di Italia
cit. ATM

Chi, come me, quotidianamente bazzica le zone Colonne San Lorenzo/ Corso Italia/ Molino delle Armi a Milano e abitudinalmente utilizza la linea 94, già immagina dove voglio andare a parare.
Tutti gli altri si ritengano fortunati.
In tempi non sospetti, quando ancora ATM non era a capo della mia lista nera, ricordo di aver fatto caso un paio di volte a questa vocina elettronica che annunciava al pubblico pagante della linea 94, l’allegra notizia della storia del primo orologio pubblico d’Italia. Quello, appunto, di cui stiamo parlando.
Credo, al momento, di aver anche pensato a qualcosa del tipo “fico, interessanti queste informazioni durante il viaggio“.
Il che non può che farmi onore e sicuramente è la riprova del fatto che originariamente io, con Atm, sono partita col piede giusto. Ce l’ho messa tutta, io.
Dal mio ingenuo pensiero riguardo l’utilità di tale servizio di messaggistica è passato circa un anno, che corrisponde, facendo un breve calcolo* a circa 200 giorni lavorativi escludendo ferie e similari. 200 moltiplicato per due (andata e ritorno dalla stazione per ogni giorno) fa 400 estenuanti viaggi passati ad ascoltare questo antipatico, decadente, ammorbante, inutilissimo, insistente, ricorrente, fuorviante** messaggio sul cazzo di orologio pubblico.
Pensavo di essere l’unica ad avere notato che i messaggi non cambiano e che il disco che ruota è sempre lo stesso. Stavo quasi per prendere in considerazione l’ipotesi della mia paranoia. Quando stamattina, finalmente, la svolta. Una vecchietta decrepita, con tutta l’aria di essere una delle migliori clienti di AMPLIFON, si è rivoltata con un fare stizzito verso il punto da dove proveniva il petulante messaggio, esclamando: “saranno 30 anni che ci fate sorbire la solita tiritera“.
Mentre il mio capo esprimeva a cenni evidenti, la solidarietà per la vecchietta, dentro di me pensavo che nell’era delle amicizie 2.0, in cui Social come Facebook e Twitter fanno da tramite a rapporti asettici e impersonali creati stando seduti alla scrivania, è doveroso ringraziare ATM per la ritrovata fisicità.
Non è da tutti, in fondo, creare un servizio di trasporto che favorisca le relazioni, l’aggregazione sociale e l’approccio fra le più svariate etnie. Un approccio più che diretto. Intimo, oserei.
Io, ad esempio, per il grado di esperienza che ho, potrei chiudere gli occhi e, olfattivamente parlando, scoprire chi sta viaggiando con me.
Narici da Guinness dei primati, o scarsa attitudine all’uso del sapone?

Voi che dite? 😉

* la matematica non è il mio forte
** fuorviante perchè come successe a me, questo porta a far pensare – almeno ai novellini viaggiatori – che ATM offra un servizio impeccabile e che tutto sommato 1 euro a corsa li vale anche.

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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