MONDO
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Le foto di Mc Curry che mi ispirano un viaggio

Se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”.

La ragazza Afgana

La ragazza Afgana

Non ho mai nascosto di nutrire una vera ammirazione per Steve Mc Curry ma ripensandoci non ne ho neanche mai scritto qui sul blog.

A scuola non sono mai stata una cima in storia, mi annoiava chi aveva la presunzione di raccontarmi avvenimenti così importanti in modo così impersonale: tante parole di vetro che andavano ad infrangersi rompendosi in mille pezzi.

Ma la storia del mondo, dei momenti catturati, di quegli istanti che vengono scelti in rappresentanza di eventi unici, testimoni di un passato che parla grazie agli sguardi sapientemente rubati a chi questa storia la vive, quella si che l’adoro.
L’adoro.

Non smetterò mai di pensare che la storia acquista un senso anche grazie alla passione di chi la racconta.
E Steve Mc Curry sa raccontare il mondo senza parlare, sa farmi battere il cuore fermando l’istante da dietro la sua macchina fotografica.
Ha fatto della pazienza il suo trionfo, mostrando al mondo che lo scatto armonioso esiste. Non quello perfetto, ma quello più giusto per il contesto che si sta vivendo in quel determinato istante. Lo scatto!
Ho delle opere di Mc Curry che di gran lunga preferisco, che guardo e riguardo e che mi invogliano a girare il mondo e a conoscere le usanze dei luoghi che visito.

Queste sono quelle che più adoro:

Monaci Shaolin formazione, Zhengzhou, Cina, 2004

Zhengzhou, China, 2004

Zhengzhou, China, 2004

Passione, forza, volontà, tenacia e profonda serenità. Queste sono le emozioni che mi evoca la foto del monastero Shaolin in Cina.
Ho osservato a lungo l’immagine, mi sono persa nei volti dei Monaci con l’intento di trovare anche una minima traccia di insofferenza, le vene pulsanti che attraversano il loro volto. Qualcosa che li faccia sembrare più umani ai miei occhi.

Jodhpur, India, 2007

Jodhpur, India, 2007

Jodhpur, India, 2007

Questa foto mi attrae profondamente e mi evoca un senso di libertà. Il bimbo che corre fra le opprimenti mura della città blu dei bramini, crea un contrasto favoloso. L’India è tra le destinazioni che più mi attirano. Ne ho quasi paura, aspetto invano il momento in cui sarò pronta a partire ma so che quel momento non arriverà mai. Tanto vale buttarsi.

Intha Lake, Burma, 2011

Intha Lake, Burma, 2011

Intha Lake, Burma, 2011

Il pescatore che pagaia nelle acque placide dell’Intha lake, in Birmania.
Pace assoluta.
Quando voglio rilassarmi guardo questa foto, ho anche pensato di trasformarla in quadro e piazzarla davanti al mio divano. La Birmania è sicuramente tra i miei progetti più vicini.

Gao, Mali, 1986

Gao, Mali, 1986

Gao, Mali, 1986

La donna tuareg, nel Mali nei pressi di Timbuctù mi affascina. E’ coperta da un turbante blu, tutti gli abitanti di questa etnia usano abiti di questo colore. Lo fanno per proteggersi dagli spiriti e la cosa interessante è che le tinture naturali delle vesti vengono assorbite dalla pelle donando un’ombra azzurra ai loro volti.

Weligama, Sri Lanka, 1995

Weligama, Sri Lanka, 1995

Weligama, Sri Lanka, 1995

Pescatori sugli steli.
Questa foto mi fa riflettere su come gli uomini di diverse etnie passino differentemente le loro giornate. Noi, seduti otto ore e passa davanti ad un computer e loro, in bilico sugli steli a pescare.
E allora mi chiedo, quale vita è più in equilibrio?

Al Ahmadi, Kuwait, 1991

Al Ahmadi, Kuwait, 1991

Al Ahmadi, Kuwait, 1991

Questa foto risale alla Guerra del Golfo in Kuwait. E’ una foto cruda ma non certo tra le più crude di Mc Curry.
Durante un reportage per National Geographic, Mc Curry documenta gli effetti devastanti della guerra sull’ecosistema.
Per me questa foto è tanto bella quanto dura perché esprime il vero dramma della guerra e le condizioni di chi ci si trova senza averla cercata.

Porbandar, India, 1983

Porbandar, India, 1983

Porbandar, India, 1983

Il sarto indiano è tra le foto che assolutamente mi mette più armonia.
Dopo aver perso tutto, quest’uomo riesce comunque a sorridere alla vita.
La mia voglia di viaggiare è data anche dalla curiosità di scoprire nuove culture e di aprire la mente verso altri atteggiamenti (in alcuni casi molto diversi dai nostri) nei confronti della vita.

Chiang Mai, Thailandia, 2010

Chiang Mai, Thailandia, 2010

Chiang Mai, Thailandia, 2010

Un’altra foto che adoro è quella dell’uomo e dell’elefante. È tra le mie preferite perché simboleggia il rapporto tra uomo e animale che per me vuol dire molto. Essendo stata in Thailandia so che in molti luoghi i pachidermi vengono sfruttati. Ma so anche per esperienza che ci sono associazioni che li proteggono e li aiutano a re inserirsi nella giungla. Ho scattato anche io una foto del genere a testimonianza di questo rapporto.
Ovviamente non sono Mc Curry ma vi garantisco che ciò che vedete è realtà!

La mia foto a Chiang Rai

La mia foto a Chiang Rai

Potrei continuare all’infinito a mostrarvi le foto di Mc Curry che mi emozionano, avrei parole per tutte quante.
Sarò anche banale, ma corro il rischio volentieri chiudendo con una delle sue foto più famose in assoluto (quella di copertina), la ragazza Afgana, che Mc Curry ha immortalato da bambina ed ha poi deciso di ritrovare molti anni dopo.
Immagino che tutti già sappiate la sua storia.

E ora sono curiosa, anche voi avete artisti che vi ispirano il viaggio?

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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