Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico ancor prima di iniziare a viaggiare sul serio, anzi, ho iniziato a viaggiare proprio perché ho capito che il mio corpo chiedeva solo di vivere più forte.
Facendo un passo indietro e approfittando della mia esperienza posso dirvi che avere un attacco di panico è molto diverso da soffrire della sindrome di attacchi di panico. Chi ne soffre (di D.A.P. intendo), ne soffre davvero e fa fatica, da solo, a venirne fuori.
Cosa occorre in questi casi?
Un aiuto da esperti, tempo, forza di volontà e rabbia. Sana rabbia che vi sproni prima ad arrendervi e poi prendere in mano la situazione.
Una cosa che mi ha stupito, e che non mi aspettavo, sono stati i messaggi privati che mi sono arrivati una volta scritto il post in cui vi confidavo di avere sofferto di panico.
Siete stati in tanti, tanti, tanti. Mi avete dato una conferma che in fondo già avevo ma che sarei felice se arrivasse anche ad altri: non siete, non siamo i soli!
Sono sicura che alcuni preferiscano leggere e stare in silenzio, tipico delle situazioni tabù come questa.
È perfettamente normale, nessuno vi obbliga ma io ho fatto una scelta: rendere pubblica questa mia situazione – fortunatamente passata – per aiutare indirettamente, o solamente informare chi come me ne soffre o ne ha sofferto e come vi ho già detto, anche per una questione terapeutica.
Fregatevene di chi non vi capisce, forse non ha intenzione di farlo e non potrà farlo mai, men che meno se il discorso rimane fra il losco e il fosco.
Ritornando al motivo principale che mi ha spinto a scrivere questo post, cioè il forte nesso fra panico e viaggi e lo stress che spesso ne deriva, ho pensato di lasciarvi qualche consiglio che potrete applicare anche nel caso in cui siate solo un pochino ansiosi.
In realtà non parlo solo di viaggi in aereo che non sono, per forza di cose, i più impegnativi.
In una persona che soffre di panico può svilupparsi un senso di disagio in tutti i luoghi che causano claustrofobia o agorafobia. Ovvero, la paura degli spazi chiusi nel primo caso e l’ansia da spazi troppo isolati e aperti nel secondo.
Quindi treni affollati, metropolitane, piazze gremite, mercati, persino una cosa bella come il deserto può recarvi problemi.
La prima cosa da fare è cercare di non tormentarsi per giorni e giorni prima della partenza con la paura che soffrirete situazioni come queste. Pensare troppo in questi casi non aiuta, anzi, contribuisce ad aumentare il rischio di innescare il circolo vizioso della paura della paura, ovvero un meccanismo che la vostra testolina mette in atto nel caso in cui abbiate timore che il panico torni a farvi visita. Se la pensate così, nel 90% dei casi tornerà.
Ma sono tutte pippe mentali, sappiatelo.
Cercate di pensare passo dopo passo, non viaggiate troppo con la mente e non idealizzate le situazioni. La realtà è ben diversa dalla vostra immaginazione.
Volere a tutti i costi tenere la situazione sotto controllo aumenta lo stress e l’ansia. Mollate la presa e dedicatevi piuttosto a cogliere le sorprese che un viaggio vi riserva.
Un attacco di panico dura in genere dai 10 ai 20 minuti e una cosa è certa: come è arrivato se ne andrà!
Non vergognatevi di ciò che sentite e di chi c’è intorno che probabilmente non può capire (fottenasega, si dice da me), cercate un angolo tutto per voi e fate sfogare il momento, non cercate di bloccarvi o mantenere il controllo sulla situazione.
Se sentite che in quel momento non ce la fate, non forzatevi. C’è un tempo per tutto, ed essere in viaggio vuol dire avere a che fare con situazioni sempre nuove, poco abitudinarie e per questo causa di stress. Molto meglio fare meno ma con più gusto. Non avrebbe senso fare qualcosa solo perché “sono qui e devo vederlo”. Viaggiare è un piacere, non complicate le cose.
Che sembra un controsenso del punto due ma non è così. Addirittura alcuni mi prenderanno per matta perché il bello dei viaggi è proprio il fatto di non dover vivere nella routine. E da una parte avete ragione perché spezzare le abitudini è un buon modo per staccarsi anche dalle preoccupazioni quotidiane. Però io sto parlando di una situazione particolare in cui è possibile che le persone abbiano bisogno di sentirsi sicuri e di ritrovare qualcosa di vagamente famigliare in un nuovo contesto.
Che sia un luogo, un oggetto, un gesto o una situazione, prendetevi del tempo per “affezionarvi” a questa realtà e poi potrete sicuramente vivere più serenamente anche gli imprevisti.
Ok ascoltare il proprio corpo ma cercate di non appesantire una situazione che già di per sé non è una gioia, soprattutto in viaggio. Cercate, se possibile, di rimanere ironici circa questa situazione, non per sminuire l’importanza dei segnali che il vostro corpo vi dà, ma per ridimensionare il tutto. Ricordatevi che il giudizio che voi avete di voi stessi, conta più di quello che gli altri hanno di voi.
Che poi in generale è sempre così, ma in questa situazione, a maggior ragione, siete gli unici padroni delle vostre emozioni!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 5 commenti
[…] sembra farla da padrona. Anche a me è successo di avere attimi di debolezza dovuti ai miei attacchi di panico e spesso le preoccupazioni hanno per un po’ offuscato la mia voglia di viaggiare. Ma con il […]
Mi ero persa questo post.
Continua così Stefy. So che non è facile, ma continua a parlarne!
grazie Manu, è bello che tu mi sostenga!
Io soffro di attacchi di panico da anni ormai e, con qualche accorgimento, riesco a godermi appieno i viaggi che faccio. La fatica é tanta, ma col tempo si sviluppano trucchetti e consapevolezza che ci danno una mano. E a dirla tutta i veri progressi li ho fatti proprio viaggiando, non nascondendomi a casa. È bello leggere articoli così, capire che non si é soli e che questo problema può essere affrontato e superato (col giusto aiuto).
Prima o poi ne scriverò anche io, nel frattempo grazie per aver condiviso!
Ciao Irene, il tuo commento per me è davvero prezioso. Primo perché ti sento vicina, secondo perché sono contenta che ci sia gente che dai viaggi riesce a trarre insegnamenti così profondi.
E’ l’importanza di essere sereni, di trovare sempre il bello anche se è difficile per chi vive il disagio del panico.
Ti abbraccio forte.
Stefania
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