Africa
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Cosa vedere a Marsa Alam

La prima volta che sono stata sul Mar Rosso, ad Hurgada, sono rimasta abbastanza delusa. Ho trovato questa località un vero e proprio concentrato di grandi alberghi che hanno massacrato la costa.

Nell’ottobre 2009, avendo una settimana disponibile, io e mio marito abbiamo deciso di ritornare sul Mar Rosso ma questa volta abbiamo optato per Marsa Alam. Una vacanza così indimenticabile da farmi venire il “mal d’Egitto”.
Lo sviluppo turistico a Marsa Alam è iniziato solo nei primi anni del 2000 e fortunatamente stanno ancora rispettando l’ambiente infatti, rispetto ad Hurgada, la costa non è certo un susseguirsi di alberghi e villaggi e le strutture presenti sono state realizzate in perfetta armonia con lo stile architettonico del luogo.
Situata quasi al confine con il Sudan, è sicuramente una zona ancora incontaminata rispetto ad Hurgada e Sharm, è un un vero “paradiso” dove deserto e mare prevalgono su tutto.
Cosa vedere a Marsa Alam?
Marsa Alam, che in arabo significa “baia delle bandiere”, veniva chiamata così perché la popolazione locale era solita elevare bandiere per consentire alle piccole barche in mare di trovare la via del ritorno.  In passato la popolazione si occupava di pesca e pastorizia ma la maggior parte erano minatori che lavoravano nelle antiche miniere di marmo e fosfati situate nella zona interna del deserto.
Partendo dall’aeroporto in direzione sud, seguendo la costa che porta verso Quesir e Berenice, in alcuni punti mi sembrava di essere immersa in un paese lunare,  ed è stato molto suggestivo il panorama offerto dal contrasto del deserto roccioso che termina nelle acque cristalline del mare.  Ho capito subito di aver scelto la destinazione giusta per trascorrere una vacanza di totale relax in mezzo al nulla.
Il primo giorno trascorso in questo paradiso siamo rimasti incantati dai colori, dai riflessi e dalla trasparenza dell’acqua cosi, terminata la colazione, ci siamo subito tuffati in mare con pinne e maschera alla scoperta delle diverse varietà di pesci tropicali. Lungo questo litoraneo il mare è caratterizzato da fenomeni di alta e bassa marea
Durante l’alta marea è possibile fare snorkeling  anche senza dover oltrepassare la barriera corallina. Il mare è davvero ricco e non è indispensabile fare immersioni per incontrare pesci come razze, branchi di barracuda, i coloratissimi pesci napoleone, i pesci pappagallo e molti altri. Ricordatevi di non entrare mai in acqua senza scarpette perché ci sono moltissimi ricci!
Una mattina, arrivati in spiaggia, ci è sembrato di scorgere due pinne affiorare dall’acqua così, muniti di macchina fotografica, siamo immediatamente entrati in acqua e ci siamo subito resi conto che si trattava proprio di una coppia di “cuccioli” di squalo dalla pinna nera. 
 
Nei giorni seguenti, durante le diverse passeggiate in mare per rilassarci e godere della piacevolissima temperatura dell’acqua, ci siamo accorti che ogni mattina, verso le 10, i due squaletti facevano il solito giro e così abbiamo potuto ammirarli in più di un’occasione. 
 
L’area di Marsa è caratterizzata da diverse baie e la più famosa è sicuramente Abu Dabbab.  In questo punto è possibile incontrare, in alcuni periodi dell’anno e se si è fortunati, oltre alle tartarughe giganti il “grande” Dugongo
 
Chiunque sia stato a Marsa Alam sa di cosa, anzi di chi sto parlando! Si tratta di un mammifero di notevoli dimensioni ma sicuramente innocuo, che per secoli è stato oggetto di caccia, infatti oggi è a rischio estinzione. Purtroppo durante la nostra giornata trascorsa a fare snorkeling in questa baia non sono stata così fortunata da incontrare questo buffo esemplare. Pare infatti che sia molto timido!
Dopo giorni dedicati al mare e ai pesci, il giorno prima di ritornare a casa, abbiamo deciso di fare un’escursione all’interno del deserto. Siamo partiti nel primo pomeriggio, a bordo di una “comoda” jeep, ed attraversato sentieri fuori strada per raggiungere alcuni punti strategici per ammirare il fascino del deserto roccioso.  Lungo il tragitto  abbiamo fatto una sosta per visitare un tipico villaggio beduino e partecipare ad alcuni momenti della loro vita quotidiana. Ci siamo potuti dissetare con il famoso karkadè freddo, direi molto rigenerante considerando il caldo torrido! L’escursione è proseguita con la cena in una tipica tenda berbera e, dopo cena, abbiamo osservato l’immenso cielo stellato con l’ausilio di un telescopio professionale al buoi del deserto.
Mi sento di consigliare questa meta a chiunque voglia trascorrere una settimana in totale relax, circondati solo da un mare quasi totalmente incontaminato e dal deserto roccioso che segue tutta la costa che offre panorami suggestivi soprattutto all’alba e al tramonto. 

 

 
Testo e foto: Elisabetta Ferrari
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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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