#EppureMilano
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Mai dire Jinzan, mangiare male giapponese a Milano

Testo: Noemi Verpilio

Per la prima volta decido di andare contro ai miei principi che fino ad oggi mi avevano fatto evitare di acquistare coupon per cene giapponesi sui vari siti …forse intimorita per la qualità e freschezza del pesce me ne sono tenuta alla larga optando magari per cene in ristoranti italiani (controllando sempre sul web le recensioni: grazie TripAdvisor!) o per cene etniche in cui l’intensità delle abbondanti spezie potrebbero uccidere qualsiasi eventuale germe o quantomeno coprire eventuali sapori sospetti…

Dopo essermi fatta convincere da commenti del tipo “qualità elevata,vasta scelta, cibo ben assemblato e preparato, ottimo rapporto qualità prezzo”, fiduciosa ho quindi acquistato un deal per 2 persone al ristorante JinZan, zona Naviglio.
Così l’altra sera io e la mia amica Stefania, ormai “esperte” di cucina giapponese, abbiamo fatto il nostro ingresso in quello che a primo impatto è un ristorante molto grazioso e ben arredato eccezion fatta, purtroppo, per le stoviglie: infatti ci troviamo davanti all’unico ristorante giapponese che utilizza un servizio di piatti che ricorda quello della nonna, comprese le relative e numerose sbeccature!!!
Il locale è comunque abbastanza affollato nonostante sia martedì, le cameriere – cinesi – sono molto cordiali anche se ci viene il sospetto che non capiscano del tutto l’italiano…sospetto che viene confermato quando la ragazza del tavolo di fianco tenta invano di ordinare mezza bottiglia d’acqua e riesce a spuntarla solo dopo aver tramutato l’indecifrabile vocabolo “mezza”, in piccola. Ne abbiamo poi ulteriore conferma anche noi, quando tentiamo di ordinare ”un’altra” acqua e vediamo gli occhi della solita cameriera spalancarsi con fare dubbioso.
Iniziamo la nostra cena con i tipici ravioli da antipasto i Gyoza (inserisco una foto per quei pochi che ancora non sanno di cosa parlo….)
Devo dire che avremmo dovuto fare una foto al nostro piatto che naturalmente era ben lontano dall’immagine sopra riportata…ci vengono infatti serviti 4 ravioli che all’apparenza sembrava di plastica e al gusto….pure…destino beffardo, nel corso della cena ci verrano poi offerti nuovamente ottenendo un deciso rifiuto da parte nostra…

Purtroppo anche il resto non era come lo immaginavamo…servizio lento e confusionale…piatti scambiati tra i vari tavoli e attese infinite…riso servito ancora caldo e, passatemi il termine, “colloso”… edamame, tipici fagioloni di soia di un bel verde acceso tanto amati dalla mia compagna d’avventura, anch’essi serviti ancora troppo caldi…hosomaki  e gunkan  assemblati e presentati male con il solito pessimo riso…per non parlare del temaki amaebi, il “cono” giapponese che purtroppo oltre ad un gambero crudo un po’ flaccidino conteneva da solo mezzo chilo del solito riso senza alcuna traccia di quelli che dovevano essere gli altri ingredienti del piatto….altra cosa dimenticata (non credo ne fossero addirittura provvisti!!!), per la prima volta in assoluto, il classico e piccantissimo wasabi!!!
Di questa cena possiamo però salvare i piatti che non comprendevano il riso: tartar di tonno o salmone gradevoli, alghe verdi ottime, e pesce alla piastra un po’ salato ma buono anch’esso.
Ciliegina sulla torta di questa esperienza è la faccia di Stefania dopo essere tornata dalla toilette: un misto tra il divertito e l’inorridito…che naturalmente ha acceso subito la mia curiosità…

Devo dire che la toilette di JinZan è sicuramente unica nel suo genere…naturalmente per trovarla dovete per forza chiedere alla cameriera perché fidatevi, da soli (per esperienza personale) non ci arrivereste mai…e fidatevi (sempre per esperienza moooolto personale) rischiate di sbagliare anche quando la cameriera vi indica il cartello con i 2 omini sulla porta dell’ascensore.

No, il bagno non è l’ascensore! E’ al piano di sotto…in uno scantinato in fondo ad un triste e non pulitissimo corridoio male illuminato…
Costo teorico della cena? 48,00 €…un furto anche se per 2 persone…direi che i 12,00 € spesi a testa, sono in linea con il livello della qualità della cena, ma ben spesi per vedere l’insolita logistica del bagno!
La lezione l’abbiamo imparata!niente acquisti di buoni per cene giapponesi!

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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