Rep. Dominicana
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Perchè andare in vacanza a Santo Domingo

Chi va in vacanza a Santo Domingo solitamente si ritrova a soggiornare in villaggio e ad uscire di rado dai propri residence, se non per qualche escursione. E’ invece importante sapere che oltre le “mura” dell’ovattato mondo dei club turistici, c’è una realtà composta da un dedalo di circa 50 quartieri, che va ben oltre lo splendore del mare caraibico.

A Santo Domingo vi sono due città ben distinte: quella nuova, immensa, con grandi viali alberati, arterie piene di traffico, grattacieli, magnifiche ville immerse in giardini, circondata da una periferia di bidonville, e la città vecchia, infinitamente più piccola, affacciata sul fiume Ozama, con strade pittoresche, strette vie lastricate, case colorate che non superano i due piani, patii, sontuosi palazzi spagnoli, atmosfera d’altri tempi.

 
Tramonto ad Alcazar
Altra peculiarità riguarda la zona coloniale (Santo Domingo fu partenza di molti viaggi alla scoperta del nuovo mondo), che riporta alla memoria di Cristoforo Colombo e alle sue indimenticabili gesta, al quale è dedicato un enorme mausoleo che a mio parere un po’ impatta con l’ambientazione e, ad onor del vero, tanta povertà e disoccupazione intuibile dalla semplicità delle abitazioni scarne, dai mezzi di trasporto consistenti in vecchie carcasse di motorino arrugginite – sui quali viaggiano usualmente tre persone alla volta – e dal fatto che in alcune zone la corrente venga erogata soltanto dalle 19 alle 22. Va detto anche che oltre il 50% della popolazione non supera i 24 anni. Si tratta di gente che va protetta da una tipologia di turismo poco responsabile.
 
Monumento a Cristoforo Colombo
Se si decide di girare per esplorare la capitale, solitamente è meglio farlo accompagnandosi ad un gruppo organizzato. Questo perché, oltre a sentirsi più sicuri, tale metodo permette di scoprire con più facilità tutte le peculiarità di questo posto che può stregare data la sua unicità e graffiante bellezza.
Come in ogni viaggio nella repubblica Dominicana, imperdibile è l’escursione all’Isola di Saona, vera perla del mar dei carabi.
Fermarsi ai bordi delle piscine naturali e poter facilmente scorgere dei bellissimi esemplari di stelle marine grandi come il palmo di una mano (che non andrebbero assolutamente toccate in quanto fanno parte della fauna protetta), attraversare le acque costeggiate dagli intricati labirinti di mangrovie, ammirare la bellezza incontaminata del Parque Nacional del Este, che conta più di 500 specie vegetali, di cui ben 55 autoctone e presenti solo su questo territorio, considerato riserva naturale per flora e fauna e per la presenza di una foresta tropicale al suo interno, sono solo alcune delle emozioni che rendono unica una vacanza in questo posto dagli scorci mozzafiato.
Saona è abitata da poca gente del luogo, con pochissime strutture per turisti, che cercano di non risultare invasivi a salvaguardia dell’ambiente.
L’emozione che si prova mettendo i piedi su quest’isola è inspiegabile. Immaginate un bosco, le cui coste formano un letto di farina bianchissima che si riversa nei caraibi. L’acqua è talmente trasparente che specchiarcisi risulta impossibile. Ad ornare tale bellezza, palme di cocco, imbarcazioni locali e il silenzio contrastato solamente dal canto del mar dei Caraibi. Un paesaggio così bello a cui foto, cartoline, quadri e riprese non possono davvero rendere giustizia.
Per capirlo bisogna sdraiarsi sulla soffice sabbia e ascoltare il mare sorseggiando un cocktail al rum. Santo Domingo è l’ideale per passare un Capodanno al caldo, facendo scorpacciate di pesce alla griglia e lasciarsi trasportare dalla simpatia degli autoctoni, unita al ritmo travolgente delle merengue.




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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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