Perù
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Perù: Nazca oltre le Linee

 

Tramonto a Nasca, Perù

Tramonto a Nasca, Perù

Arrivo a Nazca ancora con le gambe tremolanti e lo stomaco in assestamento dopo aver sorvolato le tanto famose quanto misteriose linee di cui vi parlerò in un post a parte.
Abbiamo costeggiato la pampa polverosa (il deserto peruviano) per chilometri e chilometri e quello che più mi ha colpito del paesaggio sono state in assoluto le baraccopoli: tanti puntini che spiccano insistentemente dalla sabbia desertica, alcune in vimini, altre addirittura in muratura e dai colori estremamente sgargianti.

Baraccopoli lungo la pampa peruviana

Baraccopoli lungo la pampa peruviana

Alcune sono abbandonate, la polvere le ha quasi inghiottite del tutto, altre invece sono evidentemente abitate: per arrivarcisi si percorrono vialetti, dei solchi scavati nella sabbia e che danno una parvenza di percorso in mezzo al nulla.
Alcune sono accampamenti singoli che sfidano le avversità del deserto e che talvolta prendono piede fino a diventare veri e propri villaggi polverosi.
Mi viene naturale chiedermi di cosa viva la gente, come si nutra, come si lavi e come si sposti da qui per superare tutto questo nulla.

Quando gli accampamenti diventano numerosi viene fornito loro acqua ed elettricità, ma la maggior parte ne è sprovvista e soccombe al rigido clima del deserto: le giornate di fuoco e le notti incredibilmente gelide.

L’ultimo accampamento che vedo prima di arrivare a destinazione sta proprio sotto i miei occhi, ai piedi dell’aeroporto di Nazca dove migliaia di turisti prendono i piccoli aerei per effettuare il sorvolo. La vista della povertà dall’alto mi pietrifica e mi affascina.

Una baracca nel deserto

Una baracca nel deserto

Mi stupisce che il centro di Nazca sia invece così colorato e vitale: siamo in mezzo al deserto e qui si passa in pochi minuti da spazi immensi fatti di niente a piccoli villaggi isolati da tutto il resto del mondo.
È incredibile passeggiare per le vie di Nasca, sorridere alla gente, scattare foto su richiesta agli scolaretti in divisa che tornano a casa ed assistere ad uno dei tramonti più belli che io ricordi da un po’ di tempo a questa parte. 

Scolari a Nasca

Scolari a Nasca

Nazca e ancora più adorabile dopo il primo Pisco Sour servito in un baretto locale; aspettiamo una mezz’oretta buona prima che ce lo servano, nonostante il locale sia deserto.
In Perù e importante resettare i propri ritmi e dimenticare l’orologio, ci si abbandona ad una vita più lenta in cui correre e un inutile spreco di energia.

Anche la cena, servita in un ristorantino ai bordi della piazzetta centrale del paese, mi sembra la più buona assaggiata fino ad ora: l’entusiasmo fa tutto.
E la cosa più bella è che da domani inizia la parte più entusiasmante del tour: le sveglie all’alba non mi spaventano, anzi non vedo l’ora che queste suonino.

L’orologio non lo guardo più, solo qualche volta mi diverto a guardare che ora sia in Italia, pensare che quando per me finisce un altro incredibile giorno, a casa è quasi ora di andare a lavorare.
Mi piace pensare che mentre io sono qui che mi tengo caldo con un poncio di lana d’alpaca, voi probabilmente vi asciugate la fronte dal sudore estivo.

Un mondo del tutto diverso. E mi addormento sentendomi padrona delle mie emozioni.

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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