Portogallo
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Viaggio a Fatima fra sacro e profano

La Piazza di Fatima

La Piazza di Fatima

Quando scrissi per la prima volta di Fatima, in un articolo dedicato più generalmente al Portogallo, la definii l’ampolla dei pensieri.

A ripensarci, oggi sono ancora stranamente d’accordo con questa definizione che a voi potrà sembrare fumosa.
Il primo impatto con questo luogo, non lo nego, è stato pessimo.
Il vero motore dell’economia di Fatima è il turismo religioso, e per niente silenzioso.

Nel senso: quando sono arrivata a Fatima ho trovato davanti a me un paese arido e costruito su misura per il turista.
Niente personalità, zero sensazioni mistiche, quelle che mi ero immaginata di provare una volta arrivata in un luogo così particolare.

Una sfilza di hotel e fast food per ogni gusto e preferenza: dai menù cattura turisti, ai soliti burger che puoi trovare più o meno in ogni parte del mondo civilizzato.
Migliaia di negozietti messi in fila a ferro di cavallo ai lati di uno spiazzo, costruiti tutti in legno, che mi hanno fatto subito pensare ad una specie di mercatino.
Santini di tutte le dimensioni (Made in china), rosari e chissà solo cos’altro per speculare sui turisti che vengono a Fatima per portarsi a casa un po’ di misticismo.

I negozietti di Fatima

I negozietti di Fatima

D’altro canto, Fatima è riuscita a toccare le mie corde a causa dell’incontro con migliaia di persone che ripongono la loro fiducia e speranza in questo luogo sacro.

L’impatto con l’enorme piazzale bianco mi catapulta in un mondo surreale. Fa caldo e il peso del sole di mezzogiorno si sente tutto.
C’è un silenzio sordo, interrotto a tratti dal sibilo del vento.
Una donna, poi due e più, camminano sulle ginocchia con la pelle a contatto con il marmo cocente.
Qualcuno si è costruito delle ginocchiere di fortuna e tira avanti con quelle. Tutti sono raccolti nelle loro preghiere.

Vengo distratta da una nube di fumo nero che si alza nel cielo limpido e mi dirigo verso la fonte, scorgo molta gente in piedi davanti ad un enorme forno che brucia dei ceri di forme e dimensioni differenti.
Mi accorgo di un banchetto con tantissime candele: piccole, medie, grandi e ancora più enormi. Le più strane, giuro, mai viste in vita mia, raffigurano parti del corpo umano. Un cervello, una gamba, il braccio, polmoni, fegato e altri organi. Addirittura a forma di bambino.

I ceri bruciano nel forno di Fatima

I ceri bruciano nel forno di Fatima

Non ci vuole molto a capire che sono lì apposta per le preghiere di coloro che hanno problemi o malattie fisiche.
Mi riconcentro sul forno ma sto a metri di distanza, quasi pietrificata.

In realtà li trovo terrificanti, sia il forno che i ceri, ma allo stesso tempo sono affascinata e provo un immenso rispetto per i sentimenti che spingono queste persone a venire a Fatima.

Ceri di tutte le forme a Fatima

Ceri di tutte le forme a Fatima

Fra di loro c’è chi ha fatto un lungo viaggio e non privo di sofferenza. Un viaggio che è iniziato molto prima della partenza per Fatima.
Il forno getta fumo nero che si dissolve in alto, nel cielo.
Mi sembra di vedere volare via i pensieri, le speranze e le preghiere della gente intorno a me.

E anche Fatima acquista un senso.

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 2 commenti

  • Manuela scrive:

    Ciao Stefy,
    è da tempo che penso sia giunto il momento di toccare una meta religiosa nei miei viaggi.
    Non per religione, ma per curiosità e soprattutto per la voglia di vivere un’esperienza diversa, intensa.
    Dicono che accadono cose “magiche” da quelle parti e vorrei poter dire la mia senza dover annuire o provare sgomento ascoltando i pareri altrui.
    Qui ne parli proprio bene. E un viaggio in Portogallo mi sembra un ottimo modo per vivere questa esperienza.
    Anche io non approvo tutto, ma rispetto coloro che ci credono e mettono l’anima per raggiungere Fatima e viverla in maniera spirituale.

    • Stefania Pozzi scrive:

      Grazie Manu. Il Portogallo è perfetto perché ti permette di affiancarti ad un popolo che ha usanze molto simili al nostro. Poi a Fatima arriva gente da tutto il mondo. Ho odiato alcune sue parti, ma per altre sono rimasta allibita, incredula ma con il cuore in mano!

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