Fuori tema
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Riflessioni di una carnivora

La giusta azione nasce dal giusto pensiero, e non esiste alcuna cura o miglioramento del mondo che non inizi dall’individuo stesso.

Carl Gustav Jung

fattoria delle coccole

L’altro pomeriggio ho fatto visita alla Fattoria delle Coccole, una fattoria cruelty free ad Appiano Gentile che ospita animali salvati da maltrattamenti e dal macello. Ne parlerò presto in modo dettagliato, lo prometto.

L’ho fatto soprattutto perché ho interesse ad approfondire la conoscenza di una realtà che ultimamente sta prendendo sempre più piede fra gli esseri umani: la voglia di vivere in armonia con gli altri esseri viventi conducendo uno stile di vita vegetariano o addirittura vegano.

Premetto fin da subito che io adoro la carne. Cucinata in ogni modo e ancora meglio, se di quella buona, servita molto al sangue… Quasi cruda.

Incontriamo gli animali della fattoria delle coccole

Violetta, se la gratti ride!

Sono forse un’assassina?

Fin da piccola sono stata abituata così, che questa è la normalità: comprare carne al banco del supermercato, scegliendola fra la vasta offerta di vaschette tutte uguali.

Vai a pensare che quelle scaloppine una volta erano parte di un essere vivente con emozioni e sensazioni e che, cosa ancora più grave, con tutta probabilità questo essere vivente ha vissuto (di merda) qualche anno ammassato assieme ad altri suoi simili, vedendo si e no la luce, giudicato un insignificante numero e ammazzato nel più barbaro dei modi.

Che se ci penso mi viene il magone e allora forse è meglio fare lo struzzo e tornare a pensare alle vaschette tutte uguali e convincersi che, prima o poi, la smetterò di essere così codarda.

Ho fatto visita alla fattoria e ci hanno raccontato alcune storie di questi animali strappati alle loro mamme da allevatori senza cuore e noi tutti in coro, con le facce da Barbara D’Urso, abbiamo dato il via ai commenti:

Che stronzi, ma come si fa ad essere così insensibili? Ma non ce l’hanno una coscienza questi qui?

Mezz’oretta di sana riflessione e poi via, magari a fare la spesa… Oppure al ristorante, facendo lo sforzo di non ordinare carne e buttandosi sul pesce! Che è brutto e puzza pure.

Capretta coccolosa della fattoria delle coccole

Capretta coccolosa della fattoria delle coccole

Volete sapere come mi sento ora?

Per capirmi dovete aver visto Madagascar, un famoso cartone animato di qualche anno fa.

Mi sento come il leone Alex, il Re dei cacciatori – un leone vegetariano, anche se non si può sentire! – che in preda al suo istinto, morde la coscia di Martin la zebra, il suo più grande amico.

E poi fugge via schiacciato dai suoi sensi di colpa.

Perché la morale vuole che anche un leone, per natura il più carnivoro dei predatori, riesca a fermare il suo istinto in onore dell’amicizia.

Io in realtà mi sento schiacciata ma non riesco a fare una scelta e per questo mi nascondo dietro alle comodità e ai messaggi farlocchi, unicamente guidati da interessi economici, che questa società ci manda ogni giorno.

Ovviamente Alex ritrova la retta via del vegetarianesimo, lasciandomi così miseramente sola.

E io mi chiedo, ma se ce l’ha fatta un leone a smettere di mangiare carne, ce la posso fare anche io, no?!

Oppure posso limitarmi a mangiarne poca e ben selezionata?

Qualcuno dice che basta volerlo. E questa è una frase che non mi ha mai reso più facili le cose, semmai ha contribuito a sentirmi ancora più inadeguata e incapace di controllare la mia volontà.

Poi mi viene naturale chiedermi che nesso ci sia fra ciò che va di moda e la morale di un individuo…
Perché non venitemi a dire che siamo diventati man mano tutti più sensibili alle vite altrui, ditemi piuttosto che sotto sotto c’è il solito interesse, o la moda di dire che “non mangio carne” e io ci credo di più e magari trovo anche più facile andare contro corrente.

C’è stato un momento, non ridete, in cui da piccola andavo a dire in giro che avrei fatto la macellaia.

Sono sempre stata affascinata dalla carne e da come i macellai la maneggiavano, che vi devo dire?!
D’altra parte ho sempre avuto una passione sfrenata per gli animali, chiedetelo ai miei che hanno perso il conto di tutte le forme viventi che portavo a casa: lumache, girini, formiche, gatti, uccellini feriti. Una volta ho accudito giorno e notte un povero piccolino ancora nell’ uovo, caduto dal nido dopo un temporale. L’ho portato a casa, ho tolto una ad una con la pinzetta tutte le formiche che volevano cibarsi di lui e gli ho fatto un nido che scaldavo con il calore di una lampada. Come cibo gli davo acqua e farina da una pipetta per le gocce nasali.
Quanta pazienza i miei. Conigli, cavie peruviane, criceti, pesci, tartarughe di acqua e di terra, furetti, ricci, lombrichi.

Però oggi mi sento smarrita, da un po’ di tempo a questa parte sono divisa a metà fra i sensi di colpa per gli altri esseri viventi che vengono barbaramente sfruttati a causa di un sistema così marcio che pur di perseguire i propri interessi non guarda più in faccia a nessuno: produce, produce, produce in eccesso senza pietà.
D’altra parte c’è la difficoltà a restare informati, perché se poi smetto di mangiare carne ma vesto di pelle o alimento senza saperlo il giro del fumo che vorrei evitare, perdo coerenza, no?
La verità è che oggi è diventato difficile vivere in questa società senza andare a braccetto con il sistema che giudichiamo sbagliato, è difficile non varcare la soglia di ciò che riteniamo possa ledere i diritti di qualcuno.
Soprattutto bisogna fare a meno dei vizi e delle comodità che ci hanno abituato a dare per scontati.
E questo è troppo scomodo!

 

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 14 commenti

  • AliceOFM scrive:

    Secondo me invece la consapevolezza e l’informazione hanno aumentato la sensibilità. Voglio dire, non è poi così strano, non siamo fatti di marmo e da esseri pensanti ci avviciniamo sempre di più ad un’alimentazione consapevole.
    Per qualcuno è sì di moda -senz’altro- ma per molti credo sia davvero un valore.

    Da quasi vegetariana (per scelta e per gusto – effettivamente è più semplice se la carne ti ha sempre fatto schifo) con un ragazzo iper-carnivoro, ho affrontato le due facce opposte dell’argomento e ho visto il passaggio da totale disinformato menefreghista, a consapevole: non c’è nulla di più odioso di chi, senza informazioni, ha un’opinione.
    Come non c’è nulla di più odioso di chi giudica le scelte differenti (penso a vegani e vegetariani che superano il proprio confine di libertà sfociando in quello altrui).

    Quindi trovo la tua riflessione ottima e sincera. La cosa importante è capire e scoprire la realtà oggettiva; la scelta, poi, sarà personale.
    Brava, non è da tutti!

    Alice

  • Roberta scrive:

    Avevo un commento intelligente da scrivere, poi nella mia mente è apparsa l’immagine di una bambina che accudiva un lombrico e ho pensato “forse è davvero tutto possibile, anche diventare vegana se sei carnivora nel cuore” 😀 Personalmente sono nella fase del consumo consapevole e dell’acquisto pensato, ripensato e strapensato… bisognerebbe davvero fermarsi tutti un attimo e riflettere.

    • Stefania Pozzi scrive:

      OMG 😀 Per fortuna ho superato la fase in cui facevo gli innesti dei fiorellini che venivano strappati da terra e abbandonati! Storie di un’infanzia sensibile! Demenza a parte, sono anche io in quella fase di mezzo!

  • claude scrive:

    Ciao Ste! Ogni tanto bazzico da queste parti e per quanto tu scriva cose sempre interessanti condite da quella sana ironia che ti contraddistingue, questo post mi ha colpito più del solito e avendo particolarmente a cuore questo argomento, ho pensato di riportare anch’io la mia personale testimonianza.

    Allora…Ciao sono Claudia e sono 3 anni che non mangio carne! 😀
    Scherzi a parte, la mia è stata una “disintossicazione” graduale e senza troppe auto-imposizioni…vorrei magari arrivare un giorno ad essere addirittura vegana per eliminare dal mio corpo anche la tanto discussa caseina e non essere complice indiretta di quegli osceni allevamenti industriali, ma per il momento mi accontento di essere vegetariana soft (ogni tanto il pesce o più che altro molluschi e crostacei me li concedo!).

    In generale è andata più o meno così: durante alcuni dei soliti esami di coscienza misto paranoie che periodicamente escono fuori (specialmente al ritorno di quei grandi viaggi che ti spingono a guardarti dentro senza troppi filtri e ipocrisie), un giorno sentii più forte del solito quella vocina che mi diceva che in qualche forma stavo andando contro me stessa, il mio modo di essere e di pensare. Allora pensai no, fermi tutti, così non va bene!!
    Contemporaneamente quando mangiavo carne iniziavo a sentirmi in bocca uno strano retrogusto tra il dispiacere e il senso di colpa e quindi un giorno presi coraggio e cominciai ad ascoltare quello che il mio corpo (e non solo) stava tentando di comunicarmi.
    Ho eliminato prima la carne di maiale, considerata quella più impura anche a livello di energie sottili, poi piano piano il resto è venuto da sè…dopo qualche mese non mangiavo più nessun tipo di carne!
    Nel lasso di questo tempo, però, ogni tanto ho voluto fare di proposito saltuari tentativi di riassaggiare qualche piattino carnivoro sfizioso, proprio per far sì che non fosse assolutamente una scelta forzata e che niente e nessuno me lo stesse in qualche modo imponendo…però era come se più il mio corpo si purificasse, più rifiutasse quel sapore che per quanto buono al palato, mi lasciava una sensazione di disgusto ad altri livelli.
    So che ovviamente potrei fare molto di più (borse e vestiti di pelle non li uso da ancora prima eh! 😉 ), però penso anche che fare 6 è meglio che fare 2…forse prima o poi arriverò al 10, ma sinceramente non ci penso troppo…preferisco seguire la mia etica personale ed essere il più possibile sincera con me stessa.

    E riguardo al fatto che scrivi che tanti lo fanno per moda…non saprei dirti se sia così o meno e in realtà non mi cambierebbe molto saperlo perchè, tu che mi conosci, sai che non ho mai seguito le mode, anzi!!!
    Però invece voglio credere che stia succedendo qualcosa di importante a quella coscienza collettiva che in qualche modo ci rende tutti connessi uno con l’altro e che con il piccolo sforzo di ognuno di noi, un giorno saremo naturalmente più sensibili a ciò che ci circonda e impareremo davvero a rispettare noi stessi, la nostra amata terra e tutti i nostri coinquilini!
    E con questo vi saluto…Peace and love veg or not!!

    • Stefania Pozzi scrive:

      Ciao Clo! Il tuo commento mi fa… non piacere… di più! Non ne ricevo spesso da amici e conoscenti, questo è un po’ un mondo a parte ma sentirti qui ha davvero un gran valore per me! Sai che non sapevo fossi diventata vegetariana? Anche se da te c’era proprio da aspettarselo! Inutile dirti che il tuo ragionamento non fa una piega e mi piace pensare che tutte le mie “paranoie” che stanno venendo a galla mi porteranno, con il tempo, a fare una scelta precisa e dettata solamente da ciò che sento! Fare 6 è meglio che fare 2, questo commento me lo incornicio e mi darà sicuramente la voglia per andare avanti con determinazione! Grazie davvero per essere passata e grazie anche per quando passi in silenzio :)

  • lise.charmel scrive:

    ciao, girovagavo nella rete in cerca di blog di viaggio e sono arrivata qui da te :)
    non mangio carne da circa un anno (quindi non da moltissimo). proprio perché gli animali mi piacciono ho deciso di smettere di mangiarli, anche se ancora mangio il pesce di tanto in tanto, più che altro per praticità sociale. non ho in mano soluzioni di nessun genere, ma penso che ognuno fa quello che può. non compro più borse da un bel pezzo (più che altro perché ne possiedo già troppe!), ma non riesco ancora a rinunciare alle scarpe di cuoio, perché quelle di plastica mi fanno male e io ho già sempre mal di piedi di mio.
    non c’è bisogno di “o tutto o niente”, anche diminuire il consumo o scegliere solo allevamenti non intensivi può essere una soluzione. ognuno ha la propria e anche quella arriva col tempo, io avevo già provato a diventare vegetariana e non ci ero riuscita, poi ho riprovato e ha funzionato.
    a quelli che mi accusano di incoerenza faccio spallucce. che guardassero nei loro piatti, io mica vado a dire a loro cosa mangiare, perché altri devono dirlo a me? :)

    • Stefania Pozzi scrive:

      Grazie Lise per questa tua testimonianza. Fra tutte le cose giuste che hai detto ne spicca una che condivido in pieno: fare spallucce e non ascoltare chi giudica incoerenti persone che anziché stare sedute sulle proprie “certezze” imposte, cerca di migliorare per quel che può.

  • federica scrive:

    Come ti anticipavo ieri su FB sono perfettamente in linea ai tuoi pensieri. Potrà sembrare stupido, ma quando c’è #CATilcinghiale nella mia vita, mi sento più vicina al mondo animale, e ogni volta che faccio quattro passi in campagna fino alla prima cascina, a pochi metri da casa mia, non posso che provare compassione per quelle belle muccone costrette a vivere in pochi metri con l’unico obiettivo di soddisfare i nostri bisogni! Al contempo però sono spaventata da una scelta definitiva che mi porterebbe a molte privazioni e con la paura poi, di non riuscire ad essere coerente…

    • Stefania Pozzi scrive:

      Ti capisco Federica!
      Però vedila così, sempre meglio le piccole cascine degli allevamenti industriali in cui quei poveri animali vivono ammassati l’un l’altro. Il problema è che spesso ci nascondiamo dietro a motivazioni tipo: e va beh, se non vuoi mangiare carne allora non devi fare più neanche questo, quello e quell’altro.
      Allora rinunciamo a fare del nostro meglio che, pur nel piccolo, è già una scelta grande!
      Io ho deciso di non ascoltare quelle voci, di provarci. Ricordandomi che qualcosa è meglio di niente!

  • cris scrive:

    Aiuto che scelta difficile! A volte ci penso anch’io e con gli anni ho smesso di mangiare conigli, lepri e agnelli… Poca cosa però, perchè alla fine so che alla bistecca o al pollo arrosto e soprattutto al pesce, non riuscirò mai a rinunciare.
    Sono (siamo) cattiva(i)? Non amiamo gli animali per questo? Non credo. Penso faccia solo parte della nostra cultura: che Sud sarebbe senza le barche dei pescatori? Che Alpi senza pascoli? Come in tutte le cose, credo serva trovare un giusto mezzo, magari consumare carne 1 o 2 volte a settimana e boicottare – per quanto possibile – gli allevamenti più disumani, quello sì… Difficile comunque, e molto.
    Ciao Stefania!

    • Stefania Pozzi scrive:

      Il giusto mezzo… sarebbe già un bel compromesso e poi chissà, man mano…
      Credo che davvero la scelta individuale possa portare a fare la differenza sulle crudeltà degli allevamenti intensivi!
      Grazie Cris :)

  • Manuela scrive:

    che bello questo post Stefy!
    Mi piace tanto il tuo mettere in chiaro, nero su bianco, i pensieri.
    Io, carnivora come te, ci penso spesso ma non sono ancora arrivata a fare un lavoro di introspezione profondo come il tuo!

    • Stefania Pozzi scrive:

      Non lo so cosa mi stia succedendo Manu, so solo che ho voglia di confrontarmi e confidare i miei pensieri. Magari non porterà a nulla ma penso che serva comunque a imparare a conoscere meglio me stessa!

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