Quelli assaggiati durante la visita all’Azienda Agricola Suavia sono un’altra cosa; la zona Classica del Soave è decisamente un altro mondo!
In mattinata giungiamo alla cittadina di Soave che merita da sola una tappa per visitare le storiche mura scaligere che la circondano, il castello e il labirinto di vie medioevali di cui è composta. Dopo una lunga serie di tornanti circondati da vigneti giungiamo nella frazione Fittà dove ha sede l’azienda. Dalla terrazza si gode un meraviglioso panorama che spazia sui vigneti di proprietà, sulle colline del Soave Classico e, più in fondo si ha uno scorcio della pianura veronese. Dopo le consuete foto di rito facciamo la conoscenza di Valentina Tessari che ci condurrà alla scoperta dei propri gioielli enologici.
L’Azienda produce solo vini bianchi, come da tradizione, tutti con uve Garganega, ma profondamente diversi tra loro. Ogni vino esprime una particolarità del Cru a cui appartiene e dei vigneti con cui viene prodotto, a ciò unite la familiarità col territorio, le conoscenze enologiche di Valentina e… un tocco di femminilità! Una sensazione accomuna tutti i vini di Suavia, a partire dal sorprendete Soave Classico base fino al vino dolce passito Recioto Acinatium passando per i due Cru Monte Carbonare e Le Rive: la mineralità di cui ho parlato in precedenza ben bilanciata tuttavia dalla morbidezza propria del vitigno.
La menzione d’onore va invece al Massifitti Bianco Igt, una scommessa fatta da Valentina. Massifitti è fatto interamente con uve Trebbiano di Soave, un vitigno autoctono scomparso quasi totalmente dal Soave ma recuperato dalla famiglia Tessari. Il Trebbiano è da sempre stato considerato un vitigno poco produttivo e di difficile gestione nel Soave e a cui si è preferito nel corso degli anni la coltivazione della Garganega. Valentina, selezionando i migliori vigneti di Trebbiano rimasti ha impiantando con essi un vigneto sperimentale e con queste uve ha prodotto il Massifitti. Il vino si presenta con un colore giallo paglierino brillante, all’olfatto offre profumi di mela Granny Smith, lime e fiori bianchi a cui seguono sentori minerali di pietra fino quasi alla polvere da sparo. All’assaggio evidenzia grande struttura, acidità agrumata e notevole sapidità. A mio parere un ottimo abbinamento potrebbe essere con piatti a base di crostacei e cruditè di pesce.
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