Usa
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Ellis Island: sulle orme dei migranti

È Lady Liberty ad introdurci in questo vortice di emozioni.
Lo fa diventando sempre più imponente ed è incredibilmente fiera quando le passiamo sotto il naso. Pensare che sembrava così piccola, paragonata all’immenso skyline di New York, quasi accantonata ma pur sempre vigile e conscia dei tanti sguardi che si sono posati su di lei.

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Quanti sospiri di sollievo, quanta stanchezza accumulata in giorni e giorni di navigazione ammassati su di un ponte, subendo le intemperie pur di non dover soccombere ai cattivi odori di una cambusa che costringeva troppe teste in così poco spazio. Mi immagino lo sguardo di speranza che si leggeva nelle orbite solcate dalle occhiaie degli immigranti che salpavano con le loro valigie cariche di promesse, di abbracci e di lacrime. Di addii.
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Ascolto le loro storie nell’audioguida, molti di loro arrivarono appena bambini. Era la terra della speranza e della libertà.
Si saliva tutti su per le scale e sottoposti al rigido controllo dei medici, che solo guardandoti fornivano un primo giudizio sulla tua salute, si veniva marchiati con un gesso: ad ogni lettera corrispondeva una certa patologia.visite-mediche-ellis-island
Si aspettava per ore, ammassati nella sala delle registrazioni che ora è possibile osservare sgombra anche dall’alto. Mi pare tristemente bellissima.
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Bisogna sicuramente contare su di un grande lavoro di immaginazione e introspezione ma è un attimo sentirsi parte di eventi così toccanti.
L’approdo ad Ellis Island proseguiva con le visite mediche e le ispezioni, lo scopro camminando in un lungo ed asettico corridoio tappezzato da mattonelle bianche e lucidissime, dove si trovavano gli studi dedicati agli accertamenti. Mi addentro sempre di più nei dettagli di queste storie: c’era chi sostava qui giorni, settimane o addirittura mesi in questo mondo di mezzo. Un interstizio fra passato e futuro.
In una delle sale che prima erano dei dormitori vi è una bellissima mostra fotografica che espone foto degli edifici caduti in disuso dopo la guerra. Mentre ad alcuni potrà sembrare spettrale, secondo me ha un grande fascino perché sembra contenere le speranze intrappolate delle tante persone che sono passate di lì.
Non posso e non voglio spingermi oltre a raccontarvi ulteriori dettagli della visita a questo bel museo.
Dovete entrarvi a piccoli passi, in silenzio e ascoltare il rumore dei ricordi.

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Qualche info utile:
– Ellis Island si raggiunge con il ferry che si prende a Battery Park
– È possibile includere il costo della visita al Museo e alla Statua della Libertà nella Go City Card di Smart Destination (costo 44€ anziché 52€ totali con possibilità di scegliere fra due attrazioni >> Noi abbiamo scelto statua della Libertà, Ellis Island + Immigration Museum e Top of the Rock).
– Il costo del biglietto singolo è di 18 dollari (maggiori info qui).
– All’ingresso è disponibile – ed indispensabile – l’audioguida che vi accompagnerà per tutta la durata della visita.
– La visita inizia con un’introduzione alla storia dell’immigrazione ma a mio parere la parte più interessante è quella dedicata alle memorie degli immigrati. Salite verso la sala delle registrazioni, l’emozione è lì che vi aspetta!

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 2 commenti

  • Paola scrive:

    È stata una visita toccante anche per me. Ascoltare i racconti tramite l’audio guida e trovarsi lì in quella sala immensa immaginandosela piena di gente e di speranze mi ha fatta emozionare.

  • La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!

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