Americhe
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Escursione alle Isole Uros, lago Titicaca

Isole Uros sul Tititcaca

Isole Uros sul Tititcaca

L’escursione alle Isole galleggianti del lago Titicaca alla scoperta delle popolazioni Uros è una delle più belle ed emozionanti del tour in Perù.
Partendo da Puno, grazie al battello veloce ci si impiega circa un’ora e mezza/due e si arriva diretti alle isole galleggianti interamente costruite con la totora.

Puno, Perù

Puno, Perù

Cos’è la totora?
È un materiale simile alle canne di bambù che galleggia sull’acqua e che gli Uros utilizzano per costruire tutto quello che li circonda.
Ma andiamo per ordine: stiamo navigando sul lago Titicaca che per chiarezza è il lago navigabile più alto al mondo, 3810 mt slm e 300 mt di profondità.

Siamo abbastanza storditi ma la vista delle isole galleggianti ci ringalluzzisce: in realtà non me le aspettavo così, sono piccole quanto la piazzetta di un paesello di provincia e appena ci metto piede la sensazione che provo è molto strana, le canne sono morbide e quasi sprofondo ma stranamente resto in piedi. Ad accoglierci troviamo delle donne dai capelli lucidi, neri come la pece e lunghi, raccolti in trecce che cadono sulle spalle. Alle estremità sono trattenute da pon pon coloratissimi ad ornamento dei loro vestiti anch’essi sgargianti.

Donna Uros con abiti locali

Donna Uros con abiti locali

Mi guardo intorno, l’ambiente è semplice e spoglio ma le loro vesti donano colore a volontà.
Veniamo fatti sedere a terra tutti a cerchio mentre il rappresentante di questa comunità ci spiega come viene costruita un’isola di totora. Le canne vengono intrecciate a blocchi e vengono fermate con altre canne, un lavoro di forza ed ingegno che si completa quando l’isola viene ancorata al suolo tramite dei tiranti.
Pensate che un’isola può arrivare a durare per una settantina di anni, dopodiché deve esserne costruita una nuova.

 Come si costruisce un'Isola Uros di totora?

Come si costruisce un’Isola Uros di totora?

Una ragazzina sui 12 ci accompagna all’interno di una delle capanne Uros: le più grandi arrivano ad ospitare un’intera famiglia di 6/8 persone. Si dorme, ovviamente, su un letto fatto di totora coperto da qualche straccio. Non c’è riscaldamento, non c’è bagno, niente armadi, né sedie e tavoli.

Capanna Uros

Capanna Uros

Da quello che ho potuto notare le condizioni di vita non sono delle migliori  e mi è rimasto il dubbio: ma gli Uros abiteranno davvero qui? A quanto pare si, su una di queste isole c’è anche la scuola e un’usanza strana che ci ha lasciato a bocca aperta è il fatto che per andare in bagno occorra prendere la barca fino ad arrivare sull’isola wc.
E non sto scherzando.

I colori degli uros

I colori degli uros

Finito il giro dell’isolotto in totora si può facoltativamente fare un giro sulle barche degli Uros, anch’esse costruite completamente in canne di totora. Un’esperienza assolutamente da non perdere.

Ma lo sapete che la totora si mangia? E viene usata anche per applicare dei bendaggi sulla fronte di chi ha la febbre. É proprio vero che questi Uros non sprecano nulla!

La totora si mangia

La totora si mangia

ma a noi non piace molto!

ma a noi non piace molto!

Le isole in totora degli Uros si trovano a 14 km da Puno e sono poco distanti dalle isole di Taquile e Suasi, due paradisi terresti di cui vi ho raccontato in parte qui.
Se venite in Perù non potete perdervi questa escursione alla scoperta delle usanze di una delle popolazioni più antiche che ancora parlano il quechua.

Uros su una barca di totora sul Lago Tititcaca

Uros su una barca di totora sul Lago Tititcaca

 

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 12 commenti

  • Stefano scrive:

    Ciao Stefania, innanzitutto complimenti per il tuo blog, non ci si stanca mai di leggere e guardare le foto … se avessi alcune info da chiederti come posso contattarti?

  • roberta scrive:

    queste foto e il tuo blog osno a dir poco stupendi! complimenti

  • Lucia scrive:

    Bellissime foto, colori magnifici!
    Ora sono curiosa però e voglio assaggiare la totora 😀

  • dueingiro scrive:

    Wow! Ci hai fatto venire in mente che in Nepal ci avevano dato proprio una cosa simile da mangiare! Non ci ricordiamo il nome, ma era canna da zucchero da mordere e mangiare internamente. Loro ce l’avevano data ancora con la canna tutt’attorno ed anche a noi non piaceva molto ma ricordiamo che era molto dissetante e a loro piaceva tantissimo.
    E che belle foto…complimenti!
    ciao!

  • Serena scrive:

    Mamma mia che colori, come mi mancano!
    Io mi ero invaghita di un bambino caccoloso di quell’isola! Chissà com’è cresciuto!

    • Stefania Pozzi scrive:

      Ciao Sere, avevo letto il post in cui parlavi del bambino caccoloso e che ridere! Poi ho scoperto perché hanno tutti le dita nel naso… sto scrivendo un post in cui parlo anche di quello 😀

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