Ci si alza la mattina all’alba e ci si affaccia dalle Rorbu, le bellissime e rosse case dei pescatori, si vedono il molo e i gabbiani che volano a pelo dell’acqua.
Si recuperano le energie facendo una colazione corposa, ci si infila le tute termiche e si prende posto sul gommone.
Si parte.
Quando la barca prende velocità, il gelo si intrufola fra le tute e la nostra pelle ma siamo troppo curiosi di vedere tutto quello che c’è intorno per patire il freddo.
I paesaggi qui sono molto diversi dall’Italia, gli spazi sono così immensi da far venire un principio di agorafobia. In realtà è il senso di libertà che si fa avanti perché qui la cosa bella e che per una volta l’uomo c’entra solo in piccolissima parte, ha fatto tutto la natura e si cerca di preservarlo.
Arriviamo vicino ai fiordi, attrezzatissimi: c’è chi sfodera mega obiettivi, chi è pronto ad immortalare l’istante con una videocamera, chi ci prova in entrambi i modi, tutti intenti a catturare il volo di questa enorme aquila di cui abbiamo solo sentito parlare e visto in foto.
Anche nei migliori documentari, quello che solitamente vediamo è il magnifico risultato di ore e ore, anzi che dico, giorni di attesa e di riprese in cui si accettano i ritmi lenti imposti della natura.
In questo caso dobbiamo pazientare un po’ per poterla ammirare, inizialmente neanche il pesce gettato in acqua dalla nostra guida l’attira a noi.
Sono attimi carichi d’attesa in cui il solo rumore che sentiamo è quello dello sciabordio dell’acqua, quello dei click delle macchine fotografiche che si preparano a catturare l’istante perfetto e delle nostre tute termiche che sfregano fra di loro.
Poi, quando stiamo per perdere la speranza, lei ci stupisce, spicca il volo da un fiordo roccioso dirigendosi a pelo dell’acqua e poi, di nuovo volteggiando sulle nostre teste, si unisce ad un altro esemplare in una danza che mai avevamo visto prima.
Una danza perfetta e sinuosa, da acrobati dell’aria.
I click impazzano, lo stupore è alle stelle. Non siamo abituati a vedere così tanti giochi della natura.
Il paesaggio sa ancora poco di uomo e questo basta per calarci perfettamente nella parte di chi i documentari li gira; per una volta non siamo noi a rimanere inermi sul divano a godere dello spettacolo ma, ancora meglio, siamo in piena scena, e questo è un dietro le quinte infinito.
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Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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