Ormai mancano pochi giorni alla fine dell’estate italiana. E quello che mi manca in questo momento del mio paese, anche se magari non ve lo aspetterete, sono i colori e i profumi autunnali.
L’autunno è uno dei momenti migliori da vivere, anche per concedersi un bel weekend on the road, tornando con lentezza alla quotidianità : la canicola estiva se ne va, le temperature si abbassano e la natura si accende di magnifiche tonalità rosse e gialle.
In questo post voglio proporvi qualcosa di alternativo all’Olanda, della quale ultimamente mi sto occupando e suggerirvi un itinerario che vi porterà alla scoperta della provincia di Piacenza nella sua veste autunnale.
Il profilo dolce delle colline velate di soffice foschia, i paesi incantevoli, le vigne che cambiano colore e le attrazioni culturali di questo territorio, di cui si parla sempre troppo poco, vi sorprenderanno.
Naturalmente questo tour può essere fatto in ogni stagione dell’anno: ogni volta si potranno godere scenari spettacolari.
L’itinerario inizia proprio a Piacenza, lungo il tratto di via Emilia (ovvero l’odierna Strada Statale 9) che attraversa la città . La prima tappa è il Collegio Alberoni, un seminario fondato nel XVIII secolo su iniziativa del cardinale Giulio Alberoni. Questo istituto aveva e ha tuttora lo scopo di donare ai meno abbienti la possibilità di studiare per avviarsi alla carriera sacerdotale, ed è diventato un importante centro culturale e scientifico, dotato di laboratori dedicati a varie discipline. Inoltre possiede una monumentale biblioteca che custodisce circa 130’000 volumi, e una rinomata pinacoteca lascito del cardinale fondatore, dove sono esposti quadri appartenenti a celebri pittori come Guido Reni e Antonello da Messina (tanto per citarne qualcuno). Il Collegio Alberoni è aperto al pubblico, e la sua visita può essere abbinata tramite un biglietto cumulativo a quelle dei Musei Civici di Palazzo Farnese, del Museo della Cattedrale, del Museo di Storia Naturale e della Galleria Ricci Oddi.
Da Piacenza prendete la Strada Statale 45, che attraversa tutta la Val Trebbia arrivando fino a Genova. Il paesaggio di questa valle è davvero bellissimo, e man mano che dall’Emilia ci si avvicina alla Liguria si incontrano veri e propri canyon che scendono verso le azzurre e spumeggianti acque del fiume. Fate una sosta nel delizioso paese di Travo, dove le sponde del Trebbia sono ancora basse e ampie. Questo piccolo centro è conosciuto per il suo Villaggio del Neolitico (ricostruzione di un insediamento preistorico), per il Castello Anguissola ( che appartenne alla famiglia Malspina, e che oggi ospita il Museo Archeologico) e per la Pieve di Sant’Antonino (dedicata al legionario romano di fede cristiana, santo e martire, patrono sia di Travo che di Piacenza). Da non perdere la Passeggiata della Dea Minerva, sentiero tracciato sul lungofiume il cui nome è ispirato a un famoso tempio Romano che sorgeva in questa zona e che era consacrato proprio a quella divinità .
Proseguite verso ovest inoltrandovi nei Colli Piacentini, quella parte della provincia votata alla produzione di vino (già famoso all’epoca dei Romani) e dei rinomati salumi tipici (pancetta, coppa e salame), splendida anche dal punto di vista paesaggistico. L’itinerario vi fa passare in Val Luretta, meno conosciuta della Val Trebbia ma non certo inferiore in quanto a bellezza e valore storico. In questo territorio incontrerete affascinanti paesi e importanti edifici storici, come il Castello e la Rocca Agazzano, il Castello di Momeliano, il Castello di Rezzanello, il Fortilizio di Pavarano, il Castello della Bastardina, il Castello di Monteventano, il Castello della Boffalora.
Purtroppo non tutti sono aperti al pubblico, ma comunque vale la pena di ammirarli anche solo dall’esterno, incorniciati nel panorama della valle.
La fiera Rocca di Olgisio, in Val Tidone, è la prossima tappa del viaggio. Questa fortezza che si erge sulla roccia è la più antica della provincia, fa parte dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e conta ben 6 ordini di mura a protezione del castello. Esistono documenti che ne provano l’esistenza già attorno all’anno 1000, ma alcune leggende sostengono che esistesse già nel VI secolo. Nel 1378 il castello venne ceduto da Galeazzo Visconti (signore di Milano) al suo cavaliere Jacopo dal Verme, come premio per una battaglia vinta. Attualmente la Rocca d’Olgisio appartiene a un privato e si può visitare sabato, domenica e giorni festivi da marzo a ottobre, solo tramite l’accompagnamento di una guida. E se volete potete anche pernottare nel suo bed & breakfast.
Per concludere in modo perfetto questo itinerario, non c’è niente di meglio che restare in Val Tidone e lasciare vagabondare lo sguardo sulle vaste vigne di Ziano Piacentino, il comune con la più alta concentrazione di vigneti di tutta l’Italia. Qui ci troviamo nei luoghi dove la provincia di Piacenza strizza l’occhio a quella di Pavia: dalla vicina frazione di Vicobarone, per esempio, basta una passeggiata di poche centinaia di metri per passare dall’Emilia alla Lombardia. Un bel tramonto, un buon bicchiere di Gutturnio, alcune fette di salumi piacentini e un abbondante piatto di pisarèi e fasó saranno il vostro giusto riconoscimento per la conquista di questo bellissimo e sorprendente territorio.
Post scritto in collaborazione con Azienda Agricola Podere Casale di Vicobarone (PC)
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
Copyright 2014 Diquaedila.it | Travel Blog realizzato da FattorieDigitali.com
Privacy Policy
Ci sono 0 commenti
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
Lascia un commento