Emilia Romagna
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Storia di un genio e di un Museo di Bottoni

Museo dei bottoni Santarcangelo Romagna

Museo dei bottoni Santarcangelo Romagna

Le cose belle capitano quasi sempre per caso e quando succede, l’entusiasmo si accende al pari di quello di un bambino.

Quella che sto per raccontarvi oggi non é la storia di qualche paese tropicale che solo a nominarlo aiuta a sognare ma quella di un piccolo omino importante che ha passato la sua vita fra le mura di una grotta che poi è il suo piccolo ma prezioso museo privato di bottoni.

Quando misi piede a Santarcangelo di Romagna neanche lo sapevo dell’esistenza del Museo di Bottoni ma poi una signora gentile dello IAT, la stessa che ci ha introdotto alla storia delle grotte tufacee, ci ha parlato di Mr Bottoni come di una personalità particolare e mi ha incuriosita: 10 minuti dopo stavo conoscendo Giorgio Gallavotti.

Giorgio Gallavotti Museo Bottoni

Giorgio Gallavotti – Museo dei Bottoni

Le storie di vita mi piacciono, animano i miei viaggi, lunghi o corti che siano.

Mi aiutano a sorridere e a credere tuttavia ancora nella semplicità d’animo dell’uomo.

Ho messo piede al museo del bottone con la leggerezza e la curiosità di chi non sa cosa aspettarsi e, parlando con Giorgio, un arzillo e preparatissimo signore distinto di un’ottantina di anni (e passa), mi sono calata in questo mondo.

Mi sono commossa.
Non sto esagerando, i bottoni parlano.

Ci sono tanti modi per raccontare la storia e i bottoni parlano della quotidianità riflettendo gli avvenimenti importanti che hanno fatto la memoria d’Italia e del mondo.

L’archivio è ricchissimo, ci sono pezzi del ‘600 del ‘700, dell’800 e del 900. L’archivio di preziosi bottoni parte dal padre di Giorgio, titolare di un’antica merceria.

Ci sono i bottoni militari della prima guerra mondiale, quelli delle milizie di Hitler, le famigerate SS, quelli delle camicie nere di Mussolini, c’è anche un bottone trovato a Birkenao, il campo di concentramento tedesco in Polonia. Un simbolo unico, probabilmente appartenuto ad una ricca ebrea, che porta alla memoria il ricordo di 1.100.000 persone che in quell’inferno persero la vita.

I bottoni raccontano storie

I bottoni raccontano storie

Ci sono i bottoni con con il logo della Fiat, protagonista dell trasformazione sociale, economica e di costume dell’Italia.

Ci sono i bottoni degli anni di piombo.

L’inizio della distensione viene rappresentato da un bottone unico nel suo genere: la scritta Usa, i grattacieli e CCCP e il Kremlino. Simbolo di pace e fratellanza fra popoli, il preferito di Mr Bottoni.

I bottoni, come dice il sig Giorgio, sono stati in tutti i luoghi del mondo, dai palazzi ove venivano decisi i destini dei popoli, alle carceri ove venivano martoriati i detenuti. Il bottone è in grado di raccontare la storia dell’umanità.

Se vi doveste trovare a Santarcangelo di Romagna andate a conoscere Giorgio Gallavotti, chiedetegli di introdurvi nella storia dei bottoni parlanti, dategli fiducia, vi stupirà ed emozionerà.

Qualche info sul Museo

Il museo è privato ed è un’associazione no profit
Esiste un blog dedicato a questo caratteristico museo
Il museo del bottone è anche su fb

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

Ci sono 2 commenti

  • Manuela scrive:

    Ciao Stefy,

    anche io penso che i viaggi più belli siano quelli conditi dalle storie più umane.
    Quelle storie che, nonostante tutto, “mi aiutano a sorridere e a credere tuttavia ancora nella semplicità d’animo dell’uomo.”

    Molto bella la storia di questo museo. Mi viene in mente la scatola dei bottoni di mia nonna, impregnata di quell’odore forte e piacevole che sa di vecchio. Mi incantavo ascoltando la provenienza di ogni singolo bottone. Uno era superstite di un abito di mia nonna, uno di una giacca di mio nonno… tutto così affascinante.

    E non stento a credere che quel museo così insolito lascia il segno!

    Bel post Stefy, di quelli che ci piacciono tanto! :*

    • Stefania Pozzi scrive:

      Grazie Manu! Avevo questo articolo in bozze da un bel po’: ho dato spazio, come spesso succede, ai grandi viaggi e quasi mi stavo scordando di lui poi in questi giorni l’ho ritrovato e sono stata felice di poter dare voce a questo mio racconto. Sembrerà strano ma quel we a Santarcangelo tra il museo dei bottoni, l’enoteca e la serata passata a mangiar bene sui colli mi ha rasserenato e ricordo ancora quei giorni provando una sensazione di pace. Bellissimo. E come dici tu, queste storie sono davvero affascinanti.

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