Giardini di Majorelle, arte islamica e botanica a Marrakech

Già prima di partire per Marrakech avevo sentito parlare dei Giardini di Majorelle ma con tutte le cose che avrei voluto vedere, non gli avevo dato il giusto peso.

E’ proprio il caso di dire che Marrakech ammalia e lascia ripetutamente senza fiato. Soprattutto quando la conosci come la città in cui giri alla cieca fra i suq schivando mille motorini che fanno zig zag fra le vie, quando vivi il tamburellare assordante degli incantatori di serpenti che invade la piazza e poi scopri posticini incantati come questo.

Credetemi se vi dico che i Giardini di Majorelle sono come un guscio protettivo, entrateci per assistere ad una magia: il frastuono, il via vai dei taxi, il caldo oppressivo e il vociare della gente rimangono fuori per dar spazio a migliaia di colori cangianti in armonia l’uno con l’altro, al cinguettare degli uccelli e alle centinaia di specie vegetali.

Soprattutto il blu la fa da padrone, grande idea creativa del pittore dal quale luogo prende il nome, tanto cangiante da rendere l’idea ogni qual volta si parla di “blu Majorelle”.

Le parti più belle di questo incredibile museo sono sicuramente:

–       la Villa che troneggia al centro del giardino, un tempo proprietà di un collezionista di piante, poi di Yves Saint Laurent e ora aperta al pubblico come Museo di Arte Islamica.

–       gli stagni che ospitano, oltre alle piante acquatiche, anche pesci rossi e tartarughe

–       Il monumento in onore di Ives Saint Laurent

–       Le coloratissime panchine dove è possibile rilassarsi all’ombra e godere del panorama

I Giardini di Majorelle si trovano nella città nuova e ci si arriva con il taxi, contrattando un buon prezzo. Il costo d’ingresso è di 5 euro, non sono grandissimi come giardini ma lo spettacolo, fidatevi, ne vale davvero la pena.

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