Quando dico Africa mi vengono in mente i safari, grandi macchine bianche che lasciano le loro tracce nella terra rossa. Le capanne, la gente cordiale, pole pole ovvero piano piano, perché i ritmi qui sono più che dilatati.
Mi viene in mente la savana e il sole caldo che scende arancione fra le dune del deserto.
Dalla mia prima volta in Namibia, l’Africa ha pero’ anche un altro sapore ed è quello dell’Africa che non ti aspetti.
Siamo a Swakpmund, orgogliosa cittadina ai limiti dell’inimmaginabile.
Ci arriviamo seguendo la B2, la statale principale sull’asse est-ovest, un sentiero lungo e dritto che traccia un confine netto tra due mondi opposti. La B2 ci introduce in una realtà fatta di nebbia fitta, e paesaggi tetri bagnati dall’oceano duro che si infrange lungo le coste orlate di sabbia. Non spiagge, bensì vere e proprie lingue desertiche. Ci si fa largo fra la polvere, ammirando prima una ferrovia abbandonata e poi le enormi dune, tra le quali anche la numero 7 famosa per gli sport come sandboard, sci sulla sabbia e corse sui quad.
Il nostro primo incontro con Swakpmund avviene di sera, da fare quasi paura. Ci avviciniamo infreddoliti al molo e camminiamo sulle assi umide, rese pericolosamente scivolose dalla salsedine. Sotto di noi, le onde di un mare arrabbiato, così nero da non distinguersi neanche con l’orizzonte.
La citta di Swakpmund sembra un parco giochi fantasma; fra le palme e la sabbia spuntano tante casette colorate, in perfetto stile teutonico. È uno strano mix fra un film dell’orrore ambientato a Monaco di Baviera. Non so più dove sono.
Giusto il tempo per cenare, ad appena le sei, in quello che dicono sia uno dei ristoranti più belli della città, un enorme barcone ristrutturato (The Tug) che fa tanto Titanic e dove ad onor del vero il cibo è ottimo, che sprofondiamo in un sonno ristoratore, fino alla mattina seguente quando la sveglia ci ricorderà di essere finiti in un angolo di Namibia unico, da vivere fino in fondo.
La luce migliora un pochino le cose, ma neanche più di tanto, visto che una nebbiolina fitta ci accompagnerà per tutta la giornata, confondendo i nostri sensi ormai abituati al sole limpido e ai colori caldi dell’Africa.
Le attività più interessanti da fare nei dintorni di Swakpmund sono alcune, che vi consiglio vivamente di prendere in considerazione per godere di questo angolo così diverso di Namibia:
L’escursione a Sandwich Harbor con i 4×4, cavalcando le dune, avvistando sciacalli, struzzi e molti volatili, sempre a a ridosso dell’oceano. Fantastica esperienza!
Poi, volendo, si può uscire in barca per avvistare i delfini, i pellicani e le colonie di otarie che vi consiglio di non perdervi a meno che non vogliate fare tappa a Cape Cross, sulla Skeleton Coast. In quel caso le avvistereste anche lì.
La skeleton coast è appunto l’area che fiancheggia la costa, dall’aria fortemente malinconica e dalla natura insidiosa, dove è possibile ammirare i relitti delle navi mercantili che si sono ormeggiati a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Basti pensare che i primi navigatori portoghesi chiamarono la regione As Areias do Infierno, perché una volta che una nave si arenava, il suo destino, assieme a quello dello sfortunato equipaggio pareva segnato.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Ci sono 1 commento
ciao Stefania,
bellissimo racconto di viaggio!
Anche noi stiamo organizzando il nostro viaggio in Namibia per agosto 2017…
Ho letto che avete fatto la Skeleton Cost.
Noi arriveremo da Walvis bay e vorremmo percorrere la Skeleton cost fino a Cape Cross, per poi dormire ad Henties baai..
Siete entrati da Swakopmund? Dove si trova il gate?
Grazie, ciao.
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