Africa
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Zanzibar, l’isola dei sultani e delle spezie

Testo e foto di: Elisabetta Ferrari

Questa volta la nostra meta è Zanzibar, l’isola delle spezie. Scelta da noi, dopo aver passato tre mesi in compagnia di freddo e neve.
Situata di fronte alle coste della Tanzania, Zanzibar, definita anche l’isola dei Sultani, in passato è stata colonizzata da diverse popolazioni e culture come persiani, portoghesi, omaniti ed infine i britannici che hanno sviluppato un’importante rete commerciale dal Medio Oriente, all’India fino alla Cina. La dominazione da parte del sultano dell’Oman ha sicuramente lasciato tracce profonde dei magnifici lavori che abbelliscono la capitale Stone Town, come si può notare dalle  decorazioni delle porte.
Mentre il nostro volo sorvola Zanzibar prima dell’atterraggio, vista dall’alto l’isola appare completamente coperta da una fitta vegetazione che contrasta con le acque limpide che la circondano. L’aeroporto, decisamente essenziale e privo di inutili lussi, ci fa subito capire che siamo arrivati in un lembo d’Africa.
 
Al ritiro bagagli  scopriamo subito il primo “neo” di questo paese, ovvero, i poliziotti addetti al controllo bagagli, che, con fare minaccioso, chiedono soldi ai turisti per consegnare le valige senza aprirle, disfandole del tutto.
Questa pratica diffusa non è assolutamente legale ed è  importante non farsi intimorire e pretendere la consegna del proprio bagaglio senza pagare nulla!
 
Recuperati i bagagli partiamo con una Jeep alla volta dell’hotel ed ecco che scopriamo il secondo ed ultimo lato negativo dell’isola: le strade.
Durante il tragitto è un continuo sobbalzare, purtroppo qui i sentieri sono solo in parte asfaltati ed anche per raggiungere le zone più turistiche è necessario mettere in conto di passare un po’ di tempo in auto  con continui sobbalzi.
Tralasciando l’inconveniente delle buche, molto più sopportabile di quello riguardante l’arroganza del controllo bagagli, ci focalizziamo sullo splendido panorama che ci accompagna verso l’hotel, siamo completamente circondati da una fitta vegetazione e lungo il tragitto incontriamo solo qualche donna e dei bambini.

Arrivati in hotel ci dimentichiamo immediatamente degli ultimi episodi: mare, spiaggia e natura offrono un panorama da restare senza fiato. La sabbia bianchissima che sembra quasi neve, il mare pari ad una pellicola trasparente e la fitta vegetazione che arriva fino alla spiaggia, rendono questo luogo un vero paradiso.

Zanzibar non è solo mare e per iniziare a conoscerla siamo partiti dalla capitale Zanzibar Town, in particolare Stone Town la città vecchia.
Appena ci siamo  addentrati nei vicoli di quella che viene definita “città della pietra” ho subito notato come l’architettura sia una vera e propria mescolanza di stili delle diverse culture che l’hanno occupata e questa caratteristica esalta il suo fascino. In ogni vicolo troviamo movimentati bazar che vendono spezie, statuette in legno, collane, tessuti e molti altri prodotti tipici locali. Per la sua bellezza e ricchezza storica, Stone Town, è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei 100 siti storici del mondo da salvare.
 

Dopo esserci persi nelle strette vie della città vecchia, la visita prosegue con il Palazzo delle Meraviglie. La costruzione, decisamente molto imponente, è disposta su tre piani ornati da colonnati metallici, uno splendido pavimento in marmo italiano e da magnifici portoni intarsiati, probabilmente i più belli visti sull’isola.

La particolarità che ho subito notato, all’interno del palazzo, è la presenza di un ascensore, direi abbastanza insolito per quel periodo. La guida ci dice che è stato il primo in assoluto ad averlo, così come è stato tra i primi palazzi ad essere dotato di energia elettrica. All’esterno si possono ammirare due cannoni in bronzo risalenti al periodo della colonizzazione portoghese. Appena completato il palazzo è stato prima residenza reale, poi palazzo del governo ed infine sede del primo partito nazionale.  
Si continua la visita alla Chiesa di Cristo, cattedrale anglicana che sorge nella parte orientale della zona di Stone Town. E’ l’edificio religioso più importante ed è stato edificato per volere del terzo vescovo di Zanzibar che, tra l’altro, oggi è sepolto proprio qui dietro l’altare della chiesa. Una delle particolarità è che al suo interno è custodita una croce fatta con il legno dell’albero ai cui piedi venne sepolto il cuore di Livingstone.

Un’altra interessante caratteristica consiste nel fatto che la Chiesa di Cristo  sorga proprio nel punto esatto in cui si svolgeva  il mercato degli schiavi e che l’altare sia posizionato proprio dove gli schiavi venivano legati e frustati. All’esterno della chiesa visitiamo il famoso monumento che ritrae alcuni schiavi incatenati in una fossa. Nonostante sia passato qualche anno da questo viaggio devo confessare che questo monumento è rimasto impresso nella mia memoria.

Raggiungiamo il mercato di Zanzibar che pullula di vita ed è un ed un’esultanza di colori, suoni, sapori, profumi ed anche forti odori.
 

Ogni mattina gli agricoltori dell’isola raggiungono la città per allestire i banchi con frutta, ortaggi e spezie creando una vera e propria esposizione multicolore che non passa inosservata. Quando passiamo all’interno della zona dedicata alla vendita di carne e pesce, veniamo assaliti da un odore nauseabondo e ci accorgiamo che la maggior parte del cibo è ricoperto da una moltitudine di mosche. 

Dal 1989, lungo il litorale della costa orientale di Zanzibar, si coltivano le alghe che vengono poi esportate per la produzione di addensanti per cosmetica, medicina, cucina, pasticceria e birreria.
 
Durante il nostro giro, alla scoperta di questa zona, facciamo una sosta a Paje, il villaggio principale, ed stato molto interessante osservare da vicino decine di donne dedite alla coltivazione delle alghe, aiutate anche dai bambini.
Le donne indossano i tradizionali e coloratissimi parei e mentre svolgono questo lavoro,  spostandosi da un campo all’altro, ridono, scherzano e parlano tra di loro con molta calma e tranquillità. Alcune di loro si caricano sulle spalle sacchi pieni di alghe che vengono riposte sulla riva e lasciate ad essiccare per un paio di giorni. I bambini sono dolcissimi, tra risa e schiamazzi, aiutano la propria mamma, o sorella nel trasporto a riva delle alghe, anche se il nostro arrivo li distrae un pò.
Zanzibar mi è entrata nel cuore, con le sue bellezze architettoniche, la sua storia, la cultura, le splendide spiagge bianche, il mare cristallino, i colori, i profumi. Dove non ci sono spiagge, ci sono mangrovie che costituiscono una parte meravigliosa di questo ecosistema.

 

Info utili
 
Documenti
Per i viaggiatori italiani è richiesto un visto d’ingresso per visitare la Tanzania. 
Si consiglia vivamente di richiederlo prima della partenza rivolgendosi all’Ambasciata della Tanzania a Roma (tel. 06-33485801; 06-33485820; info@embassyoftanzania.it; Via Cortina d’Ampezzo 185, 00135 Roma) o al consolato di Milano. Esiste la possibilità di ottenerlo anche all’arrivo, presso i tre tre aeroporti internazionali del paese (Dar es Salaam, Kilimanjaro e Zanzibar), ma è una pratica poco consigliata. La maggior parte dei tour operator che organizzano viaggi organizzati si occupano di questa formalità.
Fra i documenti da presentare ricordiamo il passaporto, che deve avere una validità residua di almeno sei mesi.
 
Informazioni  sanitarie
Vaccinazioni consigliate in caso di soggiorni a Zanzibar che prevedano estensioni in Tanzania: difterite e tetano, febbre gialla, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, rabbia, poliomielite.
In Tanzania non è sicuro bere l’acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. In alternativa l’acqua corrente può essere trattata facendola bollire per almeno 15 minuti, al fine di garantire la più efficace delle purificazioni.
La malaria è endemica nella maggior parte della Tanzania (se si eccettuano le zone situate ad altitudini superiori a 2000 m, dove il rischio di trasmissione è basso) e rappresenta un vero rischio. Durante la stagione delle piogge la percentuale di infezioni è più alta, ma il rischio esiste tutto l’anno, perciò è estremamente importante adottare misure preventive, anche se si ha intenzione di trascorrere solo un breve periodo nel paese. Per conoscere quali farmaci assumere per la profilassi, i relativi dosaggi, i tempi, le modalità di assunzione e le controindicazioni, e comunque quale regime sia preferibile nel vostro caso, rivolgetevi almeno 15 giorni prima della partenza al Servizio di Medicina dei Viaggi della vostra ASL.
Fuso orario
tre ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich
 
Elettricità
230V, 50Hz AC
 
Clima
I piaceri che l’Arcipelago di Zanzibar offre sono irresistibilmente affascinanti durante tutto l’anno. Il periodo più fresco e asciutto per visitarlo è tra la fine di giugno e ottobre, che purtroppo coincide con il momento in cui il posto è pieno zeppo di turisti e le tariffe sono al loro apice. Tra la fine di dicembre e febbraio o l’inizio di marzo le temperature sono un po’ più alte, ma ci sono meno turisti e le tariffe sono più basse.
 


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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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